centro storico, collinare, concentrico, Castellana Grotte, Castellano Vetere (denominazione storica, 901), Castellano Novo (denominazione storica, 901), Castellana (denominazione storica, 1310) (X)
Castellana Grotte,
X
Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali, delimitata da viabilità e quartieri storici di formazione, esposta a sud-est. Presenta funzioni di culto, produttive, artigianali e residenziali
- OGGETTO centro storico collinare, concentrico
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CARATTERI AMBIENTALI
Centro della bassa Murgia, è situato al margine di una depressione carsica (valle di Genna). Ubicato a circa 38 km a sud est di Bari, sorge sull'altopiano calcareo della Murgia dei Trulli e delle Grotte, ad un'altitudine media di 300 m s.l.m
- LOCALIZZAZIONE Castellana Grotte (BA) - Puglia , ITALIA
- INDIRIZZO Largo San Leone Magno, Castellana Grotte (BA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Castellana nasce come feudo del Monastero di San Benedetto di Conversano ed è citata per la prima volta in una delle antiche pergamene del monastero, databile al 901 d.C., edite dal Morea nel Chartularium Cupersanense, in cui si parla di un Castellano Vetere e un Castellano Novo. La città dunque compare nei documenti come casale già dal X secolo d.C. e all'epoca doveva gravitare attorno alla chiesa di S. Magno. Il toponimo Castellana si ritroverà soltanto a partire dal 1310 e nel 1950 ha assunto la forma attuale, con l'aggiunta della specificazione “grotte”, riferita alle cavità scoperte in zona, sul finire degli anni Trenta. L'insediamento di Castellano, ubicato nelle vicinanze di un “lago” (attuale Lama Cupa) doveva avere l'aspetto e le caratteristiche di un modesto villaggio. Il suo territorio risulta donato nel 1087 al monastero benedettino di Conversano, dal conte Goffreddo d'Altavilla. Il casale risulta abbandonato e poi ripopolato attorno al 1171 da coloni salentini, inviati dai benedettini. Un altro insediamento si formò, verso la metà del Duecento, attorno ad una torre, costruita poco prima e si persero completamente le tracce del nucleo precedente. Gli abitanti di Castellano costruirono nuove case su una collinetta (corrispondente alla parte più antica dell'attuale centro storico, intorno alla chiesa matrice), prospiciente un altro laghetto (l'attuale Largo Porta Grande) e fondarono una chiesa non più dedicata a San Magno, ma al Pontefice romano San Leone Magno. Rapidamente la comunità divenne una piccola Università, come attestano la documentazione sveva e angioina del monastero di Conversano. Nel 1267 la città passò sotto la giurisdizione civile ed ecclesiastica delle badesse conversanesi e alla contea di Conversano appartenne per lungo tempo passando, a metà Quattrocento, nelle mani di Giovanni Antonio Orsini del Balzo (1440-1456) e in seguito, in quanto dote matrimoniale della figlia, insieme al resto della contea di Conversano, ai conti Acquaviva, sotto i quali rimase fino al 1806. La data più importante della storia recente castellanese è legata alla scoperta delle Grotte, il 28 gennaio 1938, ad opera dello speleologo Franco Anelli. Il complesso speleologico si estende per una lunghezza di 3 km, per una profondità media di circa 70 metri. Le caverne ed i cunicoli, con migliaia di stalattiti e stalagmiti, rappresentano l'esito dell'azione erosiva prodotta dall'acqua nella roccia calcarea, nel corso di millenni. Fino al giorno della scoperta, si credeva che la Grave fosse un abisso senza fine e i suoi anfratti venivano utilizzati come discarica. Dal punto di vista urbanistico si rileva che il nucleo medievale si distingue nettamente dal resto del centro storico, sviluppatosi dal Seicento all'Ottocento. Il nucleo risalente al Medioevo è caratterizzato da una forma a sviluppo circolare e tracciati viari irregolari e tortuosi. Nella metà del XIII secolo l'abitato era incentrato sulla presenza della chiesa di S. Leone, edificato nel sito dell'attuale chiesa matrice, che oggi conserva ben poco della redazione originaria. Fino al XVII secolo il centro si svilupperà sempre a partire dalla chiesa, secondo uno schema di cerchi concentrici. Dal XVII secolo, al centro (fisico ed ideale) che si sviluppava a partire dalla chiesa di S. Leone, caratterizzato da un tessuto fitto di tipiche abitazioni basse e ravvicinate, imbiancate di calce, vie lastricate, si aggiungeranno due agglomerati più recenti: il Casalicchio, ubicato nelle immediate vicinanze del Convento dei Paolotti (e sorto proprio in seguito all'arrivo in loco della comunità monastica) e l'altro a ridosso del Convento di S. Francesco d'Assisi, caratterizzato da una disposizione a schiera delle abitazioni e sviluppatosi soprattutto nel corso del XVIII secolo. L'abitato si allarga dunque al di là della cinta muraria, con la formazione del Borgo vecchio di San Francesco d'Assisi e delle prime case del borgo nuovo di S. Maria di Carosino e la formazione di nuove vie rettilinee di accesso al centro urbano e di comunicazione con l'entroterra. Nei due borghi, le case disposte sempre a schiera, si sarebbero fronteggiate ordinatamente su strade parallele. Gli sbocchi delle strade nella campagna sarebbero stati sbarrati da tratti di solida muraglia. Lo sviluppo urbano è visibile in questo periodo sia a sud che ad est. Nella seconda metà del XIX secolo l'espansione urbanistica è caratterizzata da un impianto regolare e simmetrico tipico di importanti città della regione
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365450
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bari
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0