centro storico, di pianura, costiero, Barletta, Bardulos (denominazione storica, prelatina), Barduli (denominazione storica), Baruli (denominazione storica, primo Medioevo), Barulum (denominazione storica, Medioevo), Varolum o Varletum (denominazione volgare), Varrétt (denominazione dialettale), Bàrolo (denominazione storica, cit. metà XIV secolo) (IV a.C)
Centro costiero, ubicato in pianura e di antiche origini. Conserva un ricchissimo patrimonio architettonico. La basilica del Santo Sepolcro, fondata nel sec. XI, fu completamente riedificata alla fine del Duecento in forme gotico-borgognone. Davanti al suo fianco sinistro è il famoso Colosso, statua bronzea, meglio nota localmente come Eraclio, risalente al V secolo. Vicino al mare si trova il castello svevo, quadrilatero, fatto costruire da Federico II su una precedente rocca normanna e rafforzato nel 1532-37 con baluardi angolari a lancia. Tra i monumenti spiccano il duomo di Santa Maria Maggiore, iniziato nel XII secolo e terminato nel XIV con campanile del sec. XIII; la chiesa gotica di Sant'Andrea, ampliata e rimaneggiata, con portale duecentesco; l'imponente palazzo Della Marra (fine sec. XVI) e il palazzo quattrocentesco Del Leone
- OGGETTO centro storico di pianura, costiero
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CARATTERI AMBIENTALI
Centro nell’area nord-occidentale della provincia di Barletta-Andria-Trani ubicato, sulla costa del basso Adriatico, nei pressi della foce del fiume Ofanto, a confine con la provincia di Foggia ed a 62 km circa a nord-ovest di Bari
- LOCALIZZAZIONE Barletta (BT) - Puglia , ITALIA
- INDIRIZZO Piazza della Sfida, Barletta (BT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La più antica attestazione di un insediamento nell'area attualmente occupata da Barletta risale alla Tabula Peutingeriana (IV d.C.), in cui compare col nome di Bardulos, lungo la via Litoranea. Tuttavia i ritrovamenti archeologici attestano l'esistenza di un centro attivo tra IV e III a.C. caratterizzato da una struttura insediativa mista di abitato e di necropoli, queste ultime attestate soprattutto lungo l'asse viario di collegamento con Canusium, nella zona compresa tra le attuali piazze Principe Umberto e dei Caduti e nella zona corrispondente al nucleo medievale della città. L'assenza di rinvenimenti archeologici relativi al periodo tardo-repubblicano e primo-imperiale ha fatto ipotizzare un drastico abbandono dell'insediamento o un suo significativo ridimensionamento in questo periodo. In età tardoantica, come attesta la Tabula Peutingeriana, fu, probabilmente, vicus con funzione di approdo portuale di Canosa, capoluogo della provincia. Una chiesa a tre navate con ricca pavimentazione musiva, attribuita all'attività edilizia del vescovo canosino Sabino (514-566?) grazie alla presenza di mattoni bollati recanti il suo monogramma, è stata rinvenuta al di sotto del piano dell'attuale cattedrale. Una serie di sepolture a fossa tagliate nel piano pavimentale della chiesa testimonia la continuità d'uso dell'edificio fino almeno all'VIII secolo d.C. Nell'XI secolo la città Barletta rivestì un ruolo strategico di mediazione tra le aree interne e la costa e fu roccaforte dei Normanni. Tra la fine del X e l'XI secolo si data un nuovo edificio, a tre navate individuate da file di pilastri e dotato di una pavimentazione a tasselli lapidei e laterizi con decorazione a stampo, che si sovrappose alla chiesa sabiniana e che fu poi sostituito dalla cattedrale romanica nel XII secolo. Una riorganizzazione del centro urbano per iniziativa di Pietro, conte di Trani, comportò lo sviluppo di un nucleo fortificato intorno alla chiesa matrice di S. Maria Maggiore, attraversato da una serie di strade con andamento N-S, corrispondente all'attuale borgo della Marineria. Il tracciato della via Ettore Fieramosca corrisponde presumibilmente a quello della vecchia cinta muraria. L'arrivo delle popolazioni in fuga da Canne e Bari, distrutte da Roberto il Guiscardo e Guglielmo I nel 1083 e nel 1156, contribuì ad ampliare il tessuto urbano, che si arricchì di ulteriori borghi (nei pressi della chiesa del Santo Sepolcro e presso il convento di S. Giacomo) e di conventi e ospizi di ordini religiosi e cavallereschi. In età federiciana fu sede del Parlamento dei Baroni, impegnato nell'organizzazione delle Crociate. Dopo un tentativo di ribellione fu riconquistata da Manfredi che la scelse come sua residenza. In età angioina si affermò grazie alle attività commerciali ed al potenziamento della sua flotta. Le ricche famiglie patrizie costruirono i propri palazzi nei borghi della Marineria e del Santo Sepolcro e lungo le “sette rue”, sette strade perpendicolari alla via costiera. Sotto il dominio aragonese fu portata a compimento la nuova cinta muraria che inglobò i vari borghi e la zona costiera con conventi ed ospedali e fu restaurato il castello normanno. All'inizio del XVI secolo, durante la guerra tra francesi e spagnoli, Barletta fu teatro di un celebre episodio d'arme, la Disfida di Barletta del 13 febbraio 1503, in cui si affrontarono tredici cavalieri italiani, sotto l'egida spagnola, capeggiati da Ettore Fieramosca, e altrettanti cavalieri francesi. Il confronto finì con la vittoria degli italiani. Barletta divenne così roccaforte degli spagnoli, che ne potenziarono le mura e il castello. Nel 1528, la città subì il saccheggio delle truppe francesi e da quel momento ebbe inizio il suo declino, favorito dal malgoverno spagnolo, dai saccheggi e dalle calamità naturali (peste e terremoti). La ripresa si ebbe soltanto durante i regni di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat, alla fine del XVIII secolo. Nonostante la soppressione degli ordini religiosi del 1809 e la conseguente confisca dei loro beni, Barletta restò un attivo centro religioso e, nel 1860, fu elevata a diocesi da papa Pio IX col nome di Barletta-Nazareth
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365400
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0