centro storico, collinare, Pago Veiano (XIV)
Pago Veiano è un comune collinare d'incerte origini, sorto in un territorio popolato sin da epoca molto antica; l'economia locale si basa sull'agricoltura e su alcune aziende industriali di dimensione artigianale. I pagoveianesi, il cui indice di vecchiaia è compreso nei valori medi, mostrano una spiccata propensione per l'insediamento sparso: più della metà di essi risiede in case sparse sui fondi mentre il resto della comunità si distribuisce nel capoluogo comunale, che si distende ai lati di una strada principale, e nei piccolissimi aggregati urbani di Cerri d'Antonio, Colle Iesi, Marrautti e Taverna Rocca. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico vario ma non aspro: è composto da un'unica lunga dorsale collinare, i cui fianchi degradano sensibilmente verso le rive del fiume Tammaro, che descrive qui un'ampia ansa delimitando i confini settentrionali dell'agro comunale; distese di campi coltivati si alternano a folte formazioni di macchia mediterranea e a una ricca vegetazione arborea e arbustiva tipica degli umidi ambienti fluviali (tamerici, ontani, pioppi e salici)
- OGGETTO centro storico collinare
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CARATTERI AMBIENTALI
Centro dell'Appennino Sannita, posto sulla riva destra del fiume Tammaro
- LOCALIZZAZIONE Pago Veiano (BN) - Campania , ITALIA
- INDIRIZZO Via Roma, Pago Veiano (BN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La presenza di reperti archeologici di età preromana fa ipotizzare un popolamento molto antico del territorio comunale; tombe e iscrizioni di epoca successiva attestano inoltre l'esistenza di un insediamento romano. Sono invece scarse le notizie circa un nucleo abitato nel Medioevo; alcuni documenti dimostrano tuttavia l'appartenenza di parte dell'attuale territorio comunale alla contea di Ariano durante la dominazione normanna. Nel 1397 il feudo fu concesso da re Ladislao ad Andrea di Capua, conte d'Altavilla; sotto l'egida della famiglia Di Capua rimase almeno fino al 1549, quando fu venduto a tale Bartolomeo Cutillo di Napoli, che ne fu privato dal comune di Napoli; fu poi ceduto a Diana Brancaccio, alla quale succedette il figlio, Giovanni Nicola Cutillo. Il terremoto del 1688 causò gravi lesioni agli edifici. In seguito fu portato in dote a casa De Maio e concesso, nel 1685, a Giovan Battista de Maio Durazzo, duca di San Pietro, che lo dominò in maniera dispotica fino all'eversione della feudalità. La scossa del 1702 causò il crollo del palazzo baronale e nel 1732 fu gravemente danneggiata e resa pericolante la chiesa arcipretale di S. Donato. Nel 1861 fu aggregato alla provincia di Benevento. Il centro storico, colpito gravemente dai terremoti del 1962 e del 1980, conserva poche testimonianze artistiche e architettoniche del passato; di aspetto moderno sono perciò i due principali edifici sacri: la chiesa di San Donato, dotata sulla facciata di un timpano classicheggiante e fiancheggiata da una fontana circolare, e quella di Sant'Antonio, in cui è racchiusa una statua del Santo
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916812
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0