centro storico, collinare, Ricigliano (XII)
L’insediamento si caratterizza per la permanenza e la riconoscibilità dell’impianto urbanistico prodotto dalla stratificazione storica e delle tipologie edilizie originarie. L’area su cui sorge il borgo antico si trova proprio all’interno del centro abitato e quindi a diretto contatto con l’area urbanizzata. Molte preziose testimonianze storico-architettoniche sono state cancellate o danneggiate dal grave terremoto del 1980 ma alcune di esse mantengono in parte l'antico splendore: il convento di Santa Caterina, edificato nel XIII secolo per volere di Caterina Sanseverino; la chiesa della Madonna dell'Incoronata, che sorge su mura e mosaici risalenti al periodo imperiale; la chiesa di San Vito, molto antica, anch'essa danneggiata dal sisma e riaperta al pubblico nel 1990; il castello, semidistrutto dai terremoti del 1694 e del 1980, di cui rimangono soltanto le mura
- OGGETTO centro storico collinare
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CARATTERI AMBIENTALI
Centro dell'Appennino Campano, a 560 m s.l.m., nella valle del torrente Platano nell'area geografica definita "Zona Tanagro"
- LOCALIZZAZIONE Ricigliano (SA) - Campania , ITALIA
- INDIRIZZO via Giuseppe Verdi, Ricigliano (SA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Ricigliano ha un’origine molto antica: i primi insediamenti risalgono all’epoca preistorica, come attestano i vari reperti rinvenuti sul territorio del comune. Di origine lucana, poi possesso dei Romani, l’insediamento fu abbandonato in seguito alla caduta dell'impero e poi devastato dalle orde barbariche. Alarico re dei Goti distrusse dalle fondamenta l'antica Ricigliano e disfece persino i sette suoi casali che portavano il nome di S. Elia, S. Calogero, S. Jorio, S. Janni, S. Leucio, S. Pietro e San Zaccaria; i quali non furono più edificati. Il paese si costituì in feudo al tempo dei Normanni, nel XII secolo, quando il suo territorio fu affidato a Tancredi di San Fele. Nel secolo successivo l'imperatore Federico II indicò anche Ricigliano tra i borghi che dovevano contribuire a riparare il castello di Buccino. In epoca normanna fu dato in feudo a Gilberto di Belvano e in età angioina appartenne alle famiglie D'Alemagna, Sanseverino e Caracciolo. Nel XVIII secolo passò ai De Marinis e in questo periodo furono riedificati i palazzi gentilizi che erano stati abbattuti dal sisma del 1694. In seguito, fu distrutto dal terremoto del 1980 e quasi completamente ricostruito
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916448
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0