centro storico, collinare, difensivo, Roccagloriosa, Rocca de gloriosa (denominazione storica), Rocca Gloriosa (denominazione storica) (XIII)
In una terminologia propriamente cilentana il piccolo centro di Roccagloriosa è a “re cuozzo”, termine con cui si indicano gli insediamenti sulla cima di colli o promontori che presentano un unico nucleo centrale intorno al quale si dispongono le abitazioni. Come in molti altri paesi del Cilento anche qui ritroviamo la stessa maniera di aggregazione di matrice medievale: il castello presso la chiesa parrocchiale, distaccata da ogni aggregato urbano. L’impianto urbanistico è rimasto inalterato nel tempo: vi permangono infatti i caratteri originari dell’insediamento storico come l’aggregazione dei corpi di fabbrica, la morfologia e la tipologia degli edifici, la definizione dei particolari costruttivi e dei dettagli ornamentali, assumendo particolare importanza la presenza dei di palazzi signorili, chiese e chiesette padronali. La porta di accesso al centro antico è il Borgo, contraddistinto da una fontana del 1893 detta fontana "Tre Cannoli", collegata ai sottostanti lavatoi delle “fontanelle” attraverso canali e cisterne sotterranee. Del castello, la cui costruzione incominciò nel VI sec. per mano dei Bulgari di Narsete di Bisanzio, intorno alla Chiesa della Gloriosa, e venne ultimata, con torri merlate e fortificazioni, dai Longobardi verso il 590, rimangano i ruderi: il 3 agosto 1806, le truppe napoleoniche saccheggiarono e bruciarono il castello, le chiese e le case, rendendo inaccessibile il castello, successivamente demolito negli anni ‘50 del XX sec. Percorrendo i vicoli e le piazzette ci si imbatte nella Chiesa di San Giovanni costruita nell'XI secolo e restaurata nel 1763; nella chiesa di S. Nicola, la cui prima costruzione risale al 1400-1500; nella chiesa di Santa Maria la Greca costruita intorno al 700 d.C.; nel monastero di San Mercurio Fuori le Mura. Fra le abitazioni nobiliari si ricordano il palazzo cinquecentesco De Curtis, costruito in stile neoclassico; il palazzo La Quercia, una delle dimore di Andrea Carafa, conte di Santa Severina, divenuto signore di Policastro; il palazzo De Caro risalente a prima del 1500; il palazzo Cavalieri costruito in due fasi, un primo livello costruito nel 1500, da varie famiglie dell’epoca e un secondo livello costruito nel 1700 da Ferdinando Cavalieri; il palazzo Bortone, la cui originaria costruzione, risalente agli inizi del 1600, insisteva sulla antica cinta muraria di Rocca; il palazzo Balbi
- OGGETTO centro storico collinare, difensivo
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CARATTERI AMBIENTALI
Centro del Cilento, situato a sud della Provincia di Salerno, su di uno spartiacque delle valli dei fiumi Mingardo e Bussento, a nord del monte Bulgheria. È arroccato su uno sperone roccioso a circa 450 metri s.l.m. che domina le vallate dei fiumi Mingardo e Bussento. La sua strategica posizione offre una suggestiva veduta panoramica dal Monte Cervati al Monte Bulgheria, dal mare di Palinuro al Golfo di Policastro fino alla costa calabro - lucana. Il centro storico si trova completamente all’interno del territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, in cui è ricompreso circa il 50% del territorio comunale; appartiene alla Comunità montana Lambro e Mingardo
- LOCALIZZAZIONE Roccagloriosa (SA) - Campania , ITALIA
- INDIRIZZO Piazza Europa, Roccagloriosa (SA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Roccagloriosa ha delle origini antichissime: alcuni frammenti di ceramica dell’età del bronzo, rinvenuti sia sulle pendici del castello che sulla sommità della collina denominata de “Le Chiaie”, documentano una frequentazione del territorio di Roccagloriosa già nel II millennio a.C. L’abitato raggiunge il suo massimo sviluppo nel corso dell’età lucana (IV – III secolo a.C.) quando la parte più elevata dell’insediamento, per una superficie di 15 ettari, viene racchiusa da un poderoso muro di fortificazione. Una cinta costruita con blocchi rettangolari di calcare che si addossa, per circa 1200 metri, alla cresta della dorsale dei Capitenali, lasciando all’esterno la necropoli e definendo, così, una vera e propria acropoli a sua volta distinta da una sottostante città bassa di maggiore estensione. Alla fine del IV secolo d.C., il generale Stilicone, di ritorno dalla Grecia sbarcò con i suoi soldati nel Golfo di Policastro, trovò la regione del Mingardo adatta per l’accampamento delle sue truppe che razziarono, derubarono e dissanguarono anche nelle zone vicine. Alla loro partenza lasciarono il luogo estremamente impoverito e le abitazioni di Patrizia depredate e devastate e spinsero i nuclei preesistenti e sparsi a consolidarsi in un solo insediamento in un luogo più sicuro e maggiormente adatto alla difesa. Così, nel 412, sulla cima più alta che sta a guardia delle vallate del Mingardo e del Bussento, poco distante da Patrizia, fu costruita una chiesetta dedicata alla Gloriosa Madre di Dio benedetto intorno alla quale si sviluppo la città, ancora oggi, chiamata “Rocca”. Questo insediamento si incrementò nei secoli successivi, specialmente in seguito alla venuta di Narsete con le sue orde di Bulgari, VI secolo, che diedero vita ai villaggi devastati e ne costituirono altri: Acquavena, Celle Bulgheria e Rocchetta e concorsero, insieme, alla costruzione del castello intorno al quale si costituì il centro abitato ancora esistente. Verso il 590, i Longobardi, spingendosi verso Policastro, cacciarono i bulgari e presero possesso di tutte le terre. A Rocca, proprio in cima alla collina, edificarono un castello con torri merlate e fortificazioni. Il castello di Roccagloriosa (Rocca de Gloriosa in età medioevale) assume un’importanza particolare nel XIII secolo quando l’imperatore Federico II di Svevia lo fa inserire nella lista dei castra exempta della Campania, ossia quei castelli il cui affidamento spettava direttamente all’imperatore, insieme a pochi altri (nella Provincia di Salerno, ricordiamo Salerno, Giffoni, Olevano e Campagna). In seguito il piccolo feudo fu soggetto al dominio dei Sanseverino, poi dei Carafa (1501), i Capece ed, infine, i D’Afflitto, famiglie nobiliari ed aristocratiche della cui dominazione restano, a testimonianza, i numerosi palazzi nobiliari di cui è costellato il borgo. Il comune fu compreso tra quelli danneggiati nella regione Campania dal sisma del 21 marzo 1982. Il terremoto causò danni diffusi che richiesero demolizioni o sgombero di abitazioni inagibili e necessità di reperire alloggi temporanei per le famiglie evacuate
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916420
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0