centro storico, montano, Sacco, Saccus (denominazione latina) (VIII)
Il nucleo abitato è di particolare interesse storico e architettonico, ricco di suggestivi vicoli e di antichi palazzi. Al nucleo originario del paese si accedeva attraverso quattro porte: la porta di S. Lucia, la porta di via Lavinaio, la porta di via Saracina, la porta di largo S. Antonio. Di queste è ancora presente la porta del Lavinaio, ottimamente conservata. Ai lati della porta si notano i resti della mura di cinta del paese, che a destra continuano fino al Cieuzo per ben 200 metri e a sinistra della porta terminano nell’orto dell’ex convento con una serie di archi e muratura. Di notevole interesse artistico nel centro storico di Sacco sono la Chiesa di San Silvestro Papa, situata al centro del paese, ricostruita grazie al contributo del popolo nel 1760, la Chiesa di Santa Lucia e vari palazzi signorili: il Palazzo del duca Giannantonio Capece oggi palazzo Dente; il Palazzo dell’ Arciprete Salomone; il Palazzo Arcaro; il Palazzo della famiglia Marini; il Palazzo Troiano; il Palazzo detto “Il Convento”; il Palazzo Monaco
- OGGETTO centro storico montano
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CARATTERI AMBIENTALI
Centro della provincia di Salerno nell'alto Cilento, posto a 600 metri s.l.m. sul versante destro dell'alta valle del torrente Ripiti, affluente del fiume Calore. È compreso nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e nell'ambito di competenza della Comunità montana del Calore Salernitano
- LOCALIZZAZIONE Sacco (SA) - Campania , ITALIA
- INDIRIZZO Piazzetta del Noceto, Sacco (SA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I primi insediamenti umani nel territorio del comune di Sacco si fanno risalire ad un'epoca molto antica. Infatti, nei pressi delle sorgenti del fiume Sammaro, è presente una grotta (grotta di Jacopo) dove sono stati rinvenuti dei reperti dell'età del bronzo. Le origini dell’attuale abitato di Sacco invece affondano le radici sul borgo abbandonato di Sacco Vecchio distante 1 km circa dal nuovo abitato, verso il fiume Sammaro, ai piedi del Motola. A partire dal VI d.c. in quella zona si insediarono i Longobardi e dei monaci basiliani che determinarono un importante sviluppo del sito. Vi furono edificate una fortezza, una cinta muraria, nuove unità abitative nonché una chiesa; i ruderi delle costruzioni del periodo longobardo sono ancora ben visibili sul luogo. Il sito di Sacco Vecchio fu poi abbandonato dai suoi abitanti che si trasferirono più a valle ai piedi del monti dove crearono un nuovo centro abitato con una nuova chiesa dedicata a San Silvestro. Francesco Sacco nel Dizionario Geografico-istorico-fisico del regno di Napoli del 1796 scrive al tomo 3°: “Questa terra (l’attuale abitato di Sacco) si vuole essere stata edificata circa l’ottavo secolo dagli abitanti della distrutta terra di Castel Vecchio (l’abitato di Sacco Vecchio), ove era un castello fatto da’ Duchi di Benevento ed in cui fu relegata Saccia moglie di uno de’ Duchi di Benevento. Distrutto quello castello, gli abitanti di Castel Vecchio edificarono la presente terra, e la vollero chiamare Saccia in memoria di Saccia rilegata nel Castello della Terra di Castel Vecchio". Una prima citazione di Sacco si trova nei registri angioini del 1269, quando il suo feudatario Nicola di Sacco ricevette l’ordine di inviare in Romagna la quinta parte dei suoi militi. Nel 1294, Carlo D’Angiò, concesse agli abitanti di Sacco di non pagare le imposte per i gravi danni subiti nella guerra angioino-aragonese. Successivamente il piccolo centro passò nelle mani dei Sanseverino e fino al 1487 il feudo appartenne al conte di Capaccio Guglielmo Sanseverino che, dopo la ribellione al re Ferrante d' Aragona, lo cedette al consigliere Regio Camillo De Scorzati della Castelluccia. Nel corso del Seicento i passaggi feudali furono molteplici: nel 1607 il feudo fu trasmesso da Fabrizio Lanario a Pasquale Caputo per 16.000 ducati e in seguito da Vincenzo Carafa alla famiglia Villani. Nel 1790 con Pasquale Emanuele Villani, duca di Roscigno, si estinse la linea femminile della famiglia e titolo e beni confluirono nelle proprietà degli Albito Carafa
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916378
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0