centro storico, collinare, concentrico, difensivo, Oliveto Citra, Oliveto (denominazione storica, ante 1811) (XII)
Il centro ha un tessuto urbanistico di chiara impostazione medievale, in particolare nei borghi che costeggiano il castello. Pur conservando costruzioni con finiture e ristrutturazioni di epoca tardo-rinascimentale e neoclassica, il borgo medievale - vero e proprio centro delle attività - non ha perduto l’originaria fattura. Rilevante è, inoltre, il tessuto viario e tutto il sistema degli spazi ad alta presenza umana e sociale che crea il centro del paese. I vicoli stretti sono composti per la maggior parte da gradinate divenendo prolungamenti dell’ambiente abitabile, caratteristica comune ai piccoli centri abitati dell’Italia Meridionale. Tipico è lo snodarsi delle stradine, che arrivano fin sotto il castello e davanti alla chiesa madre e delle piazzette inerpicate (Piazza Principe di Piemonte con il suo Portale d'ingresso al Centro Storico e Piazza Europa, Piazza Garibaldi e Slargo Castello) che, con le diramazioni delle antiche trame delle case serrate a grappoli attorno alla rocca, ne fanno un unico inscindibile nodo urbanistico. Le logge, i tetti, i particolari minimi, le scale, fanno coro attorno al percorso che è come una preparazione all'ingresso del castello, al suo viale di accesso. La parte orientale del paese, è composta da abitazioni di impianto tradizionale, in genere di due piani, morfologicamente irregolari. Oltre al castello tra le emergenze architettoniche si segnalano: il Campanile e la Torre dell’orologio; la Chiesa di San Giacomo Apostolo di origine gentilizia risalente all’epoca tardo medievale; la Chiesa della Madonna della Consolazione risalente al 1757; la Chiesa S. Maria del Paradiso (o degli Angeli) risalente al XVI secolo; la Chiesa della Madonna delle Grazie di stile rinascimentale edificata verso la fine del XV secolo nel rione Chiaio; la chiesa di S. Maria della Misericordia in stile barocco (1744 – 1775)
- OGGETTO centro storico collinare, concentrico, difensivo
-
CARATTERI AMBIENTALI
Sorge su una collina a 300 metri s.l.m. adagiato sul versante destro della media valle del Sele nella provincia di Salerno. Il centro è compreso nel Parco Regionale dei Monti Picentini e appartiene alla Comunità montana Alto e Medio Sele; parti del territorio comunale rientrano nella Riserva naturale regionale Foce Sele-Tanagro
- LOCALIZZAZIONE Oliveto Citra (SA) - Campania , ITALIA
- INDIRIZZO Via Chiesa, Oliveto Citra (SA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il termine Oliveto deriva dal latino olivetum (cioè uliveto), mentre il termine "Citra" si riferisce all'antico principato che si trovava al di qua dei Monti Picentini, separato dal Principato Ultra. Sin dall’antichità, domina l’alta valle del fiume Sele, trovandosi in una posizione di controllo nei collegamenti con la costa Tirrenica e quella Adriatica. Nell’VIII sec. a.C. il popolo varcò la sella di Conza e raggiunse i territori salernitani, creando nuovi insediamenti e numerosi villaggi che si formarono intorno all’abitato principale di Civita. Tutto ciò è confermato dai rinvenimenti sepolcrali provenienti da varie località di Oliveto Citra. Oliveto come quasi tutti i paesi della Campania, fu coinvolto nella III guerra sannitica subendo una devastante sconfitta: Civita, infatti, fu completamente distrutta. Da quel momento in poi si susseguirà un periodo molto buio, di cui non si hanno notizie certe ma solo leggende. Riferimenti storici certi, riguardanti il centro di Oliveto, risalgono all’epoca dei Normanni; è del 1114 un documento in cui si parla di una trattativa tra due signori dell’epoca sul Casale di Oliveto. Dall’epoca normanna in poi, in cui venne edificato l’impianto del Castello, diverse nobili famiglie si susseguirono alla guida del feudo. Oliveto divenne così una sorta di capoluogo dell’intero comprensorio. I feudatari si dedicarono perciò all’abbellimento del paese con chiese ed opere architettoniche. Secondo il Catalogo dei Baroni, in età normanna prende possesso di Oliveto e del suo feudo il francese Guglielmo De Touille. Fu egli stesso ad avviare la costruzione del castello, dal che gli abitanti delle zone limitrofe cominciarono ad aggregarsi sempre di più intorno alla nuova fortezza. Al periodo normanno fece seguito quello svevo, e la dominazione angioina. È in questo periodo che troviamo signore del luogo Johannucius de Oliveto. Della situazione di grave precarietà economica in cui vennero a trovarsi gli abitanti delle terre sottomesse ai D’Angiò, si conserva un’interessante traccia documentale. Nei Registri della Cancelleria angioina vi è infatti un documento inviato agli abitanti delle terre di Oliveto, in cui viene chiesto di portare soccorso agli abitanti del tenimento di Magliano, che “vivono nell’incubo della morte” a causa di “una miserevole condizione”. Quando, nel 1350, Ludovico d’Ungheria muove guerra ai d’Angiò, Oliveto è dalla sua parte. Sbarcato a Manfredonia, il sovrano magiaro risale le Selle di Conza, giungendo nella Valle del Sele. Qui troverà dalla sua parte tutti i signori e le comunità locali, ad eccezione dei contursani. Nel 1400 il feudo d’Oliveto cambia signoria: Guglielmo Grappino, marito di Felissa dell’Oliveto, ne cede infatti la proprietà a Cubella Gesualda, contessa di Buccino, che riceve poi l’investitura da re Ladislao. Nel 1417 Oliveto torna ai Grappino e con precisione a Gasparro. Quest’ultimo si macchia però di fellonia, e il feudo viene quindi trasferito al principe di Salerno. Con il periodo aragonese si arriva quindi alla Congiura dei Baroni. Dopo aver ripristinato la sua supremazia, re Alfonso d’Aragona, allontana i feudatari ribelli, fra cui il nuovo signore di Oliveto, Ferrante Diaz Garlon, conte di Alife. Nel 1495 a seguito dei successi militari di Carlo VIII, Garlon rientra nel possesso di Oliveto e del suo feudo. I secoli successivi vedono Oliveto e il suo feudo trasferirsi da un signore all’altro. Già nel 1550 Carlo V dà infatti il suo assenso all’acquisto dello stesso da parte di Ferrante D’Afflitto: i Garlon escono così definitivamente dalla scena. Nel 1556 il feudo è però rivenduto a Michele Blanc per la somma di duemila ducati. Più in là ad acquistare il feudo sarà, questa volta per tremila ducati, donna Geronima de Ruggiero, moglie del regio Consigliere Marc’Antonio Cioffi, patrizio di Salerno. Per via ereditaria il titolo e feudo giungeranno alla famiglia Macedonio, e quindi alla famiglia Guerritore. Nel 1811, un decreto murattiano aveva sezionato il Principato Citra in quattro distretti: Salerno, Campagna, Sala Consilina e Vallo della Lucania: Oliveto fu annessa al distretto di Campagna. L’unità d’Italia riordinò amministrativamente il territorio: i comuni alla destra del Sele (Senerchia, Caposele, Calabritto) furono attribuiti alla provincia di Avellino, mentre quelli alla sinistra (Contursi, Oliveto, Colliano, Valva, Laviano, Santomenna e Castelnuovo di C.) alla provincia di Salerno. In seguito, al nome Oliveto fu aggiunto Citra, chiaro riferimento dell’appartenenza all’omonimo Principato. Il paese fu colpito gravemente dal terremoto del 23.11.80 che causò danni rilevanti: in tutto il territorio comunale le unità edilizie danneggiate più o meno gravemente furono 1192; subirono forti danni le chiese della Misericordia e di S. Maria della Consolazione e il palazzo comunale
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916298
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
-
DOCUMENTAZIONE GRAFICA
(1)
(2)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0