Forno

Fabbriche Di Vergemoli, 1996/06/19 - 1996/06/19

“Forno Volasco, settimo Villaggio della Vivaria di Tressilico, è posto alle radici de’ monti della Pania, sul fiume Torrita, ove appunto ha la sua origine. Il Villaggio è ben piccolo, essendo solo un fuoco e mezzo d’estimo, per il quale dà sei soldati. Ha Chiesa curata sotto il titolo di S. Francesco; è chiesa povera, che non ha scudi 60 d’entrata. […] In tal terra, posta sotto li dirupi della Pania, vi sono miniere dell’argento, buono […]; vi è la miniera del ferro nella quale se né cavato assaissimo e ve ne sarà da cavare in quantità […] Confina con li Stati di Fiorenza, di Stazzema e Cardosello; poi con Tressilico e Vergemoli”. [BERTACCHI 1973] Con queste parole lo storico garfagnino Sigismondo Bertacchi, uno dei primi studiosi locali a raccogliere dati sulla Garfagnana descrive il borgo di Fornovolasco. È una frazione del comune di Fabbriche di Vergemoli, nella provincia di Lucca, in Garfagnana, raggiungibile da un’unica strada tortuosa che si imbocca a Gallicano, nel fondovalle, da cui dista circa 9 km. Il borgo si sviluppa in una stretta valle ai piedi del massiccio delle Panie, alla base meridionale della Pania della Croce, quarta cima più alta delle Alpi Apuane, incassato all'incrocio di tre torrenti: il Canale del Battiferro, la Turrite di Petrosciana e il Canale dei Santi che qui si uniscono per formare la Turrite di Gallicano e che suddividono l’abitato in tre settori. Lo sviluppo edilizio del borgo si adegua alla morfologia del territorio, inerpicandosi tra le rocce. Lungo il corso del Canale del Battiferro, sulla sinistra, si sviluppa la parte che conduce alla chiesa del paese intitolata a San Francesco d’Assisi. La parte centrale del paese invece, è raccolta tra il Canale del Battiferro e la Turrite di Petrosciana, si configura come unico organismo compatto, a cui si accede o da via San Francesco, che si stacca dalla strada principale prima della passerella che attraversa il fiume e che costituisce la via principale del paese, oppure attraversando un ponticello dalla piazza principale, attualmente unico parcheggio di servizio per l’abitato. Internamente il paese ha mantenuto pressoché intatto lo sviluppo antico e si sviluppa un interessante sistema di passaggi tra le singole componenti abitative, che sono raccordate l'una all'altra da un sistema di gallerie interne, voltate talvolta a botte, talvolta a crociera. In alcuni casi si rileva la presenza di soffittatura in legno. Laddove l'assenza di intonaco permette la lettura dell’edificato storico, si rileva la presenza di murature in pietra locale

  • OGGETTO borgo
  • LOCALIZZAZIONE Fabbriche Di Vergemoli (LU) - Toscana , ITALIA
  • INDIRIZZO Via San Francesco, Fabbriche Di Vergemoli (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La storia di Fornovolasco, così come l’etimologia del nome, è legata alla produzione ed alla lavorazione del ferro di cui si ha notizia sin dal Trecento, quando le attività siderurgiche erano concentrate perlopiù sulla lavorazione del ferro elbano. Scrive a tal riguardo Raffaello Raffaelli, nella seconda metà dell’800: “Il paese di Forno trae la sua etimologia dai forni fusori del ferro; e sembra molto probabile che fosse fondato nel secolo XVI da una compagnia di Bresciani e Bergamaschi condotti da un certo Volasco di Bresci, il quale fu il primo ad introdurre fra noi la industria della escavazione e lavorazione del ferro. Di fatti poco sopra a levante di quel paese, sotto le rupi meridionali della Pania, vedonsi ancora le antiche miniere di ferro e di zolfo, dette le Rugie, ove rimangono le gallerie che fino d’allora vi furono aperte.” [RAFFAELLI 1879]. Diversi fattori diedero un notevole impulso a questa attività. Innanzitutto la presenza delle acque correnti della Turrite di Petrosciana e dei suoi affluenti. In secondo luogo la disponibilità di legna proveniente dai boschi dei dintorni da utilizzare come combustibile per il funzionamento dei forni oltre alla disponibilità di materia prima, estratta dalla miniera locale di “Monticello – Le Pose”. Infine fondamentale fu anche la via di comunicazione verso la Versilia che consentiva l’approvvigionamento di altro minerale proveniente dall’Isola d’Elba e lo smercio del semilavorato o del prodotto finito verso i diversi mercati [APUANE2007]. La rilevanza di Fornovolasco al di fuori dei confini locali iniziò a farsi sentire a seguito dell’acquisizione definitiva della Garfagnana da parte degli Estensi (1452) che cominciarono a rivolgere i loro interessi verso le materie prime quali il ferro e il rame. Al 1480 risalgono alcuni documenti in cui si parla di Volasco come importante centro siderurgico di proprietà ducale consistente essenzialmente in un forno e in una fabbrica da ferro in cui le maestranze bresciane producevano per lo più armi. L’attività prosegue tra alti e bassi, nel 1496 gli stabilimenti vengono rifatti o profondamente rinnovati. Successivamente il polo siderurgico di Fornovolasco si arricchì dell’acquisizione di due fabbriche minori situate a Isola Santa e a Ceserana [MUCCI 1999]. Sempre citando il Raffaelli “Nel 1639 vi si lavorava alacremente […] ma la mancanza di strade e la difficoltà dei mezzi di trasporto tolsero a poco a poco ogni interesse a tale lavorazione e venne totalmente abbandonata nel 1720. Nell’anno 1702 il Duca Rinaldo d’Este vi spedì il valente geologo P. Peyrè, il quale dopo aver esaminato varie miniere di ferro e di rame, rivolse le sue cure a quelle esclusivamente del Fornovolasco, che promettevano ottimi risultati. Fece quindi costruire a spese del sovrano, forni fusori, ferriere, distendini, carbonili, abitazioni pei lavoranti e persino una piccola chiesa ove dicesi in Pian d’Orlano”. [RAFFAELLI 1879]. Dal 1800, principalmente per l’insufficienza delle vie di comunicazione e per l’affermarsi di nuove modalità tecnologiche, l’attività siderurgica declinò progressivamente, riducendosi ad un solo forno, per poi scomparire. Nuovo interesse suscitò agli inizi del 1900 quando il milanese Virgilio Scaligeri Zucchi ed il genovese Antonelli elaborarono un progetto molto ambizioso che prevedeva la riapertura delle gallerie ed il trasporto del minerale attraverso una funivia aerea di 7500 metri, fino a Gallicano, ove doveva giungere un troncone di ferrovia da Bagni di Lucca, ma i risultati non furono positivi [APUANE2007]. La produzione andò avanti tra alti e bassi per gran parte de ‘900, fino agli anni ’70 circa quando le miniere, ormai improduttive, furono definitivamente abbandonate. Da quegli anni inizia un sostanziale abbandono del paese, colpito da fenomeni di spopolamento che comunque non interessano solo Fornovolasco, ma accomunano gran parte della Garfagnana. In tempi più recenti il borgo di Fornovolasco fu devastato dall’alluvione del 19 giugno 1996 che colpì la Versilia e la Valle della Turrite di Gallicano. Furono danneggiate le vie di comunicazione e molte abitazioni furono spazzate vie dalla furia dell’acqua (oltre 477,4 mm d’acqua caduti in circa quindici ore) [MUCCI 1999]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 09-ICCD_MODI_4013142223261
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Università di Pisa
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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