La fronte severa, presenta una regolare tessitura di finestre, animata da una semplice stesura della linea marcapiano e della cimasa che fanno risaltare il maestoso ingresso fiancheggiato da pilastri sui quali poggiano due statue di telamoni reggenti il balcone in pietra con in ferro battuto di fattura semplice ma di pregio. Superato l'androne, coperto da volta a botte, sia accede al cortile attraverso il portico di cinque campate con volte a crociera (chiuse intono agli anno Novanta); nella quarta campata vi è una bella fontana in pietra. L'atrio è lastricato in pietra, mentre il cortile ha la pavimentazione con mattoni disposti a spina. La corte si salda a destra con una manica di soli due piani che costituiva in origine la stalla, e si prolunga a chiudere i dislivelli del terreno con terrazzamenti a giardino con muri di contenimento di origine medievale in cui erano ricavati piccoli locali di servizio. Anche questo palazzo, al pari degli altri della via Real Collegio allora Contrada dei Signori aveva una duplice valenza: quella di austero decoro verso la città antica e quella spettacolare di apertura nella controfacciata con giardini privilegiati della vista sul Po e sulla campagna