Sant'Elia (insediamento tracce di insediamento)
Il promontorio di Sant’Elia è costituito da due rilievi calcarei che si protendono verso il mare dividendo in due parti, S e SE, il Golfo di Cagliari. Per le sue caratteristiche geomorfologiche, presenza di anfratti e grotte naturali, l’area venne frequentata fin dalla preistoria. Dalla grotta di Sant’Elia, scoperta nel 1878 e attualmente non più conservata, provengono infatti i primi e più antichi indizi della presenza umana nell’area cagliaritana risalenti al Neolitico antico (VI-V millennio a.C.), attestati dal rinvenimento di alcuni frammenti di ceramica cardiale, recante decorazioni impresse a crudo con il peristoma di una conchiglia (cardium edule). Analoghi frammenti si rinvennero nelle coeve stazioni all’aperto, non più individuabili, della Sella del Diavolo e di Marina Piccola scoperte nel 1901 sul versante orientale e alla base del rilievo. La frequentazione nel Neolitico recente (fine IV-prima metà del III millennio a.C.) è attestata invece nella Grotta dei Colombi, collocata nella parte sud orientale del rilievo e accessibile unicamente dal mare, nella cui sala naturale in seguito a sondaggi effettuati nel dopoguerra vennero rinvenuti, unitamente a resti ossei umani,alcuni frammenti di ceramica d’impasto di cultura Ozieri. Particolare importanza per lo studio delle culture prenuragiche assume la Grotta di San Bartolomeo scomparsa a causa delle frane determinate dalla coltivazione di cave lungo i fronti settentrionale e occidentale del colle. La grotta, indagata in vari momenti a partire dal 1878, ha evidenziato, stratificato su lembi insediativi di base, un deposito funerario costituito da resti scheletrici di inumati accompagnati da oggetti relativi al corredo funerario. Questi ultimi hanno consentito di riferire gli strati inferiori del deposito alla cultura di Ozieri e di assegnare i livelli superiori alle sovrapposte culture di Monte Claro, del Vaso Campaniforme, di Bonnanaro coprendo quindi un arco cronologico che dal Neolitico recente giunge alla prima metà del II millennio a.C. (Bronzo antico). A circa m 10 a sud della grotta stava in origine una sepoltura a grotticella artificiale (domus de janas) della quale residua una piccola nicchia al centro della parete di fondo di quella che in origine doveva essere la camera funeraria monocellulare. Gli scarsi frammenti ceramici raccolti sul posto agli inizi del 1900 sembrano inquadrarla cronologicamente nella fase culturale di Ozieri. La frequentazione successiva si data a età punica e romana testimoniata, sia da rinvenimenti di materiale mobile (tra cui frammenti di iscrizioni, frammenti ceramici, oggetti in metallo le cui prime notizie risalgono al 1861) sia da strutture costitute da tratti murari, da cisterne unitamente a una serie di aree (circa 10) destinate alla coltivazione di cave a cielo aperto. Sulla sommità del colle sono attualmente visibili una cisterna di tipo punico, orientata N-S, a sezione trapezoidale lunga m 27 e profonda m 5 che presenta le pareti interne rivestite da più strati di malta idraulica e una cisterna, forse romana, collegata a un sistema di canalizzazione delle acque costituito da canalette e vaschette di decantazione scavate nel banco di roccia. In prossimità di tale cisterna si distribuiscono brevi tratti murari alcuni dei quali pertinenti alla distrutta chiesa dedicata a Sant’Elia impiantata nell’XI secolo dai monaci Vittorini. Inseriti nell’apparecchiatura di alcuni tratti murari si riconoscono blocchi litici squadrati di riutilizzo. Il rinvenimento (1870) in questa parte del colle di un’iscrizione dedicatoria punica, datata al III secolo a. C., nella quale viene dichiarata la dedica di un altare in bronzo ad Astante/Venere Ericina ha fatto supporre l’esistenza nell’area di un tempio dedicato a tale divinità. All’individuazione delle strutture del tempio concorrono le indagini di scavo avviate nel 2008. La frequentazione dell’area relativamente alle strutture ancora visibili continua fino alla metà dello scorso secolo come testimonia la presenza di un fortino militare della seconda guerra mondiale
- OGGETTO insediamento tracce di insediamento
- AMBITO CULTURALE Periodo Neolitico
- LOCALIZZAZIONE Cagliari (CA) - Sardegna , ITALIA
- INDIRIZZO Viale Calamosca, Cagliari (CA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il sito è stato oggetto di ricognizioni non sistematiche a partire dalla seconda metà del 1800. Nel 2008 hanno preso avvio indagini sistematiche di ricognizione e scavo sotto la direzione scientifica congiunta della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano e dalla Cattedra di Archeologia Classica dell'Università di Cagliari
- TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
- INTERPRETAZIONE Insediamento con varie destinazioni d'uso: abitato rupestre, area funeraria, area di culto, cave
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000194872
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0