Nora (sito pluristratificato insediamento urbano)

Pula, ca fine IX a.C - ca VII d.C

L’area in cui si impiantò la città di Nora appare già frequentata in periodo nuragico. A questa fase si riferiscono infatti la presenza di un pozzo nuragico (nei pressi delle Terme a mare), alcuni conci a “a T” riutilizzati nelle fondazioni del cosiddetto tempio di Tanit e frammenti di ceramica nuragica rinvenuti nei riempimenti dell’abitato. Tuttavia non si è ancora in grado di stabilire se queste tracce fossero ancora attive nel momento in cui giunsero i Fenici o se gli stessi si impiantarono in un luogo non più frequentato. La più remota documentazione di una presenza fenicia nell’area è affidata ad alcuni documenti epigrafici fra i più antichi finora rinvenuti, tra cui la “stele di Nora” iscrizione in caratteri fenici, datata tra il IX-VIII secolo a.C., che riporta per la prima volta il nome SHRDN, Sardegna. Dell’originario insediamento fenicio, attivo tra VII e VI secolo a.C., si hanno testimonianze materiali nel settore sud orientale in cui gli scavi hanno individuato al di sotto del Foro romano alcuni ambienti, relativi ad abitazioni, realizzati con muretti di pietra e fango collegati con un pozzo per l’acqua mentre, nell’area compresa tra il Foro e la Torre del Coltellazzo un luogo di culto edificato dai Fenici almeno nel VI secolo a.C. A tali attestazioni si aggiungono le numerose anfore fenicie recuperate nei fondali prospicienti il promontorio e i frammenti ceramici sporadici (tra questi anche produzioni protocorinzie e rodie) rinvenuti nei settori SE e SW della città. L’area funeraria caratterizzata da ciste litiche per la deposizione dei defunti cremati dovette estendersi nella zona tra l’istmo e l’attuale chiesa di Sant’Efisio, laddove successivamente si impiantò la necropoli punica. I corredi hanno restituito ceramica fenicia e di importazione etrusca. Si deve pensare che già da questo periodo fossero attivi i porti naturali della rada orientale e di quella occidentale che rimasero in uso anche nei periodi successivi. A partire dalla seconda metà del VI secolo a.C. inizia la fase punica e la conseguente dipendenza politica e culturale da Cartagine. A tale periodo si riconducono alcuni indicatori: le tracce di una cinta fortificata realizzata, nei paramenti esterni, con blocchi lavici squadrati (dimensioni medie m 0,80-0,90) messi in opera a secco; i moduli costruttivi preesistenti alla risistemazione di età romana in alcune porzioni dei quartieri abitativi (quali muri a telaio, le cisterne a bagnarola e il sistema porticato delle abitazioni) e relativamente all’ambito cultuale la fondazione del cosiddetto tempio di Tanit, caratterizzato da una sorta di piattaforma interpretata come basamento destinato a contenere un altare o edicola dedicata alla divinità. In relazione all’ambito funerario una violenta mareggiata nel 1889 permise di localizzare nella spiaggia antistante la chiesa di Sant'Efisio il tofet cittadino. Il parziale scavo dello stesso consentì di fissarne l’originario impianto nel IV secolo a.C. e un’attività protrattasi fino al secolo successivo; dal tofet vennero recuperate numerose urne fittili e stele funerarie. L’area funeraria, in uso tra il V e il III secolo a.C. era ubicata sull’istmo. Caratterizzata da tombe del tipo a pozzo e camera ipogea scavata nel banco di roccia naturale, la necropoli ha restituito corredi funerari, considerevoli per quantità e qualità del materiale, costituiti da ceramica punica di produzione locale e di importazione (soprattutto di ambito greco e laziale), amuleti, oggetti personali e gioielli in metalli preziosi e pasta vitrea. L’abbondanza e ricchezza dei materiali rinvenuti attestano la rilevante importanza che, fra le città della costa meridionale dell’isola, il centro dovette avere in età punica dal punto di vista commerciale. Con la conquista romana del 238 a.C. inizia per la città un profondo cambiamento scandito da una complessa articolazione in fasi e portato a termine solo in età imperiale, periodo al quale si riferiscono la maggior parte delle strutture attualmente visibili. Il suo status di municipium in età romana è attestato da un’iscrizione su una base di statua dedicata al quattorvir iure dicundo Quintus Minucius Pius. La consistente documentazione epigrafica rinvenuta si riferisce a dediche a divinità, imperatori, costruzione e lavori relativi a opere pubbliche o edificazione di edifici a favore della comunità realizzati a spese di evergeti e privati cittadini. Alla fase romana repubblicana è da ricondurre il Foro mentre a età imperiale sono da riportare i maggiori edifici pubblici attualmente visibili: il teatro, edificato, nel corso del I secolo d.C., su possenti contrafforti che sostenevano la cavea accessibile mediante tre vomitoria,; tre impianti termali (piccole terme, terme centrali, terme a mare) costruiti tra il II e il III secolo d.C. che mostrano i tipici ambienti apodyteria, frigidaria, calidaria e tepidaria con decorazioni a mosaico policromo; la basilica, risalente alla seconda metà del III secolo d.C., ripartita in tre navate di cui quella centrale absidata. Relativamente agli edifici di culto particolare importanza riveste il santuario, situato sulla sommità del piccolo promontorio denominato Punta ‘e su coloru, dedicato a Esculapio che pur nell’impianto strutturale romano mantiene il penetrale bipartito tipico della tradizione punica. Il rinvenimento di alcune statuette raffiguranti giovani nudi e dormienti avvolti dalle spire di un serpente ha fatto ipotizzare che all’interno del cortile del tempio si praticassero riti di incubatio. L’edilizia privata è rappresentata sia dai quartieri abitativi situati nelle aree già edificate in epoca punica sia da abitazioni di tipo residenziale ubicate nella parte sud occidentale dell’istmo. Tra queste ultime il complesso abitativo definito “casa dell’atrio tetrastilo” ha restituito il nucleo più consistente dei mosaici norensi caratterizzati da decorazioni policrome a schema geometrico di derivazione nord africana. Extra urbe si localizzano i resti dell’acquedotto e le fondazioni dell’anfiteatro cittadino unitamente all’area funeraria caratterizzata da tombe a fossa, a enchytrismós e alla cappuccina destinate a defunti inumati. Nel corso del IV-V secolo d.C. la città dovette continuare a servirsi degli antecedenti spazi urbani mentre la grande quantità di ceramica sigillata africana D attesta costanti rapporti commerciali con l’Africa settentrionale. In questo periodo inizia il processo di disgregazione urbana che diverrà manifesto in età bizantina allorché parte dell’abitato viene abbandonato, demolito e livellato per impiantarvi qualche attività produttiva (forni, macine, stazzi) di cui rimangono tracce sparse nell’area precedentemente insediata. Tra VII-VIII secolo d.C. Nora è menzionata nelle fonti come presidium, fortezza quindi e non più centro urbano

  • OGGETTO sito pluristratificato insediamento urbano
  • AMBITO CULTURALE Periodo Fenicio/punico/romano
  • LOCALIZZAZIONE Pula (CA) - Sardegna , ITALIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I primi interventi sul sito avvennero nel 1889, allorché Filippo Vivanet iniziò lo scavo del tofet messo in luce da una mareggiata. Dal 1891 fino alla fine dello stesso secolo Filippo Nissardi indagò le necropoli puniche e romane e piccole parti dell'abitato. Tra il 1952 e il 1960, presero avvio gli scavi sistematici della città condotti da Gennaro Pesce. Dopo diversi anni di inattività nel 1977 Carlo Tronchetti procedette con lo scavo integrale delle terme a mare e tra il 1977 e il 1982 venne indagata un’area funeraria di età romana all’esterno dell’area archeologica. Negli anni Ottanta dello scorso secolo si avviarono ricerche anche nel settore subacqueo, condotte da Philippe Cassien, che consentirono prevalentemente il recupero di anfore commerciali. Dal 1990 il sito è interessato da scavi sistematici continuativi e da prospezioni di superficie e subacquee condotti dalla Soprintendenza in collaborazione con le Università di Genova, Padova, Pisa, Viterbo e Venezia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE insediamento urbano costiero con frequentazione da età fenicia all'altomedioevo
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000194862
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA Rilievo (1)
    Rilievo (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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