Bithia (insediamento insediamento urbano)

Domus De Maria, ca VIII a.C - ca V d.C

L' area dove si estendeva l’insediamento risulta frequentata già nel corso dell’età nuragica. La zona interessata dai rinvenimenti e dalla presenza di strutture archeologiche si estende sulla parte alta e alla base del promontorio della Torre di Chia fino alla linea di costa. Benché la fondazione della città venga stabilita attorno al 720 a.C., le generali caratteristiche dell’area prescelta (piana circondata da rilievi, presenza di una laguna e di un porto fluviale ricavato nell'estuario derivante dalla deviazione del corso del rio Chia), lo pongono tra quei centri della fase precoloniale anticipandone presumibilmente la nascita almeno all’ultimo quarto del secolo precedente. Della città fenicia, punica e romana si conoscono attualmente i settori relativi al probabile tofet, alla necropoli, a un’area di culto caratterizzata dalla presenza di un tempio e della relativa favissa. Più problematica risulta invece l’interpretazione delle varie strutture individuate nel corso delle ricerche sull’altura denominata comunemente Torre di Chia. In questo luogo, occupato dalla seconda metà del VII secolo a. C. alla seconda metà del II secolo d.C. (cronologia attestata dai materiali ceramici rinvenuti), in base ai risultati dei primi saggi di scavo si era infatti ipotizzata l’esistenza dell’abitato/acropoli. Nondimeno le successive ricerche hanno evidenziato murature interpretate come relative a strutture di difesa o a terrazzamenti con funzione di contenimento, tuttavia in assenza di scavi sistematici ed estensivi che chiariscano la funzione dell’area le ipotesi possono essere diversificate e tutte ugualmente valide. Il probabile tofet, di cui residua un basamento rettangolare (m 6x7) interpretato come altare a cielo aperto, fu installato sulla penisoletta di Su Cardolinu attorno agli ultimi anni del VII sec. a.C., come attestano i materiali databili per l’epoca più antica all’ultimo quarto del VII-fine VI secolo a.C., e cessò la sua funzione con la conquista cartaginese dell'isola. Infatti, i dati di scavo hanno indicato come attorno ai primi anni del IV sec. a.C. sia stato edificato, in luogo della precedente area sacra fenicia, un santuario costituito da un recinto, ristrutturato in età romana, e due sacelli (m 5x7 e m 1,50x1,50) di cui residuano i basamenti costruiti con blocchi squadrati. La necropoli si sviluppava a W della collina di Torre Chia estendendosi a E lungo l’arenile e a W in una zona occupata da abitazioni. Finora sono state indagate almeno 374 tombe comprese cronologicamente tra la fine del VII secolo a.C. e il II secolo d.C.; le tipologie tombali variano a seconda del periodo. Per l’età fenicia (VII-metà VI sec. a.C.) tra i 147 esemplari indagati sono attestati almeno quattro tipi si sepoltura: tombe a fossa con lente di carboni e ossa combuste, a pozzetto, a cista litica con deposizione di cremati prevalentemente all’interno di urne fittili. Rispetto al prevalente rito dell’incinerazione sono solo 7 le deposizioni di inumati. Durante la prima età punica (fine VI-prima metà del V secolo a. C.), si utilizza quasi esclusivamente l’inumazione testimoniata da sepolture entro cassoni litici (finora ne sono stati individuati 35, quasi tutti riutilizzati in età romana); scarne risultano al momento le testimonianze relative al periodo compreso tra la metà del V e la prima metà del IV secolo a.C. Nella successiva fase di riutilizzo dell’area funeraria, collocata a partire dalla seconda metà del IV sec. a.C. fino al II sec. d. C., sembra prevalere la deposizione di inumati entro anfora (70 enchytrismoi), all’interno di fosse terragne (20), in cassoni litici (5), in tombe alla cappuccina (5) mentre le incinerazioni entro urne o brocche (20) risultano complessivamente inferiori. In generale i corredi funebri erano costituiti da ceramiche fenicie, puniche, romane, da tipi ceramici di importazione, da produzioni greche e etrusche, da monili soprattutto in argento. Per il periodo più arcaico sono attestate nei corredi armi in bronzo e ferro spesso riunite in panoplie. Presso la necropoli a circa m 50 a W della torre sono stati rinvenuti i resti di un edificio di culto, denominato Tempio di Bes per il ritrovamento, all’interno di uno degli ambienti, di una monumentale statua del dio. La struttura templare, a pianta tripartita in senso longitudinale secondo i canoni dell’architettura religiosa punica, consta di un vestibolo, un ambiente centrale e un penetrale. In prossimità del tempio è stata individuata anche una stipe votiva che ha restituito un considerevole numero di ex-voto fittili raffiguranti oltre a votivi anatomici anche devoti sofferenti, che con le mani indicano, sul corpo, le sedi delle malattie. Le figurine, comunemente datate alla seconda metà del IV secolo a. C., sono eseguite prevalentemente al tornio ma sono presenti anche alcuni esemplari realizzati a mano. In base alla cronologia degli ex-voto anche il tempio viene datato intorno al IV secolo a.C. non potendosene tuttavia escludere una precedente edificazione. In età romana la città non dovette essere molto estesa ma caratterizzata da piccoli nuclei sparsi nel territorio, forse in funzione di attività produttive. Il definitivo abbandono dell'insediamento avvenne tra la fine del IV e l'inizio del V sec. d.C

  • OGGETTO insediamento insediamento urbano
  • AMBITO CULTURALE Età Fenicia/punica/romana
  • LOCALIZZAZIONE Domus De Maria (CA) - Sardegna , ITALIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1926, in seguito a una violenta mareggiata, avvenne la scoperta dell'area cimiteriale. Tra il 1928 e il 1933 ad opera di Antonio Taramelli vennero avviate le prime indagini di scavo che consentirono di individuare un lembo della necropoli fenicia arcaica e parte di quello che venne interpretato come parte dell'abitato di età romana, alla base della strada del versante collinare che conduce alla torre. Gli scavi successivi risalgono ai primi anni cinquanta del Novecento quando Gennaro Pesce indagò la stipe votiva di età ellenistica che restituì numerosi ex voto raffiguranti devoti sofferenti. Nel 1964 Ferruccio Barreca effettuò ripetute ricognizioni di superficie nella zona compresa tra la Torre di Chia e il Capo Teulada. Tra il 1976 e il 1983 Piero Bartoloni effettuò lo scavo sistematico della necropoli indagandola per un'estensione di circa 500 mq. Le ultime indagini di ricognizione e scavo nell’area sono state condotte dalla Soprintendenza, sotto la direzione del Soprintendente Marco Minoja, tra il 2010 e il 2012
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE insediamento urbano costiero
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000194859
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA Rilievo (1)
    Rilievo (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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