Rotondella (area ad uso funerario necropoli)

Rotondella, PERIODIZZAZIONI/ STORIA/ Età antica/ Età greca

L'assoluta mancanza di resti archeologici sul luogo in cui sorge il paese medievale ricordato nelle fonti di XII-XIII secolo con il nome di Rotundula, Oppidum Rotundellae e Rotunda Maris, non permette di ubicare nel luogo un sito occupato in età antica, sebbene abbia una posizione panoramica a dominio dei valichi del Sinni. A questa assenza di dati dal centro di Rotondella si contrappone una variegata documentazione proveniente dal territorio circostante, dove sono stati individuati numerosi siti ed aree di necropoli, di cui tuttavia non si possiedono dati sufficientemente ampi e tali da tracciare un quadro, seppur vago, non solo sul tipo di frequentazione ma anche sull'ambito cronologico. La presenza di alcune tombe di varia tipologia in località San Pietro ha lasciato ipotizzare a Quilici la presenza di una necropoli riferibile alla zona portuale di Siris. Questo stesso sito potrebbe corrispondere alla stazione Semnum, che secondo la Tabula Peutingeriana si trovava a 4 miglia da Eraclea. Un particolare interesse rivestono i rinvenimenti presso la Masseria Fortunato, a S di Santa Maria d'Anglona sul pianoro di Sollazzo che costituisce la propaggine di un altopiano posto sul Sinni. In quest'area, dove già era stata segnalata la presenza di una fattoria di età arcaica, è stata messa in luce una stipe votiva che ha restituito terrecotte del tipo c.d. «di Dionisio-Ade». La stipe, inedita, attesta la presenza di un'area sacra riferibile ad Eraclea, ed indicherebbe l'estensione della chora verso la mesogaia quasi un punto di controllo occidentale del territorio, il cui limite era stato individuato da Quilici in un tratturo ed in una serie di fortificazioni

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