giacimento in cavità naturale deposizione funeraria
La cavità naturale Segue una direzione che da nordest a sudovest si snoda nei calcari a rudiste del Cretacico per una lunghezza di circa 50 metri. All’interno, le pareti sono rivestite da concrezioni cristalline e da stalattiti e stalagmiti, che si uniscono a formare le cosiddette colonne. I primi scavi furono condotti dall’Università di Bari nel 1969, guidati da Rodolfo Striccoli, e interessarono i livelli sommitali di due saggi, uno all’ingresso della grotta e uno nella porzione interna libera dai crolli. Il saggio condotto all’interno restituì manufatti in pietra e resti faunistici riferibili all’Epigravettiano antico e evoluto (19.000-14.000 anni fa). Gli scavi condotti all’esterno, all’imboccatura della grotta, restituirono evidenze riferibili alle fasi più avanzate della frequentazione del sito e collocabili nell’Epigravettiano finale (14.000-10.000 anni fa). Le indagini vennero poi riprese nel 2007 in occasione di un progetto di valorizzazione della grotta e furono seguite dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia con limitate indagini di scavo all’interno e all’esterno della grotta. In modo particolare, negli ambienti all’imbocco dell’ingresso si confermò il deposito rimescolato precedentemente segnalato nelle prime campagne di scavo e furono messi in luce due piani di frequentazione, di cui uno copriva l’altro, con pietre calcaree accostate tra loro, probabilmente con funzione drenante. Tra gli aspetti più significativi che emersero dentro la cavità, un articolato complesso di figurazioni incise su una quarantina di supporti ossei e litici e in numerosi pannelli lungo le pareti. Il repertorio mobiliare vanta motivi di carattere lineare e naturalistico. In particolare, si osservano figurazioni zoomorfe relative a bovidi e cervidi, a cui si associano un cinghiale e un pesce, i cui profili sono realizzati in maniera essenziale, schematica, limitata spesso alla sola riproduzione della testa. In alcuni casi, i profili animali sono rappresentati acefali o attraverso elementi anatomici isolati, come le ricorrenti corna bovine. Incisioni lineari accompagnano quelle zoomorfe. I manufatti vennero raccolti in larga parte fuori strato, per cui l’inquadramento cronologico all’Epigravettiano evoluto-finale, si basa sull’analisi formale e sul confronto con produzione coeva. I rimandi sono a Grotta Paglicci con cui Curtomartino condivide l’alta ricorrenza di esemplari naturalistici, e a Grotta del Cavallo e Grotta Romanelli per l’associazione del repertorio naturalistico con quello lineare. Medesimi motivi si riscontrano lungo le pareti, dove si distinguono accanto alle incisioni lineari, diverse figure schematiche, tra cui numerosi “fusiformi”. Tra questi, un profilo muliebre di ispirazione naturalistica, in cui si distinguono schiena, glutei, ventre e tronco privo di seni, mentre la testa e gli arti inferiori sono resi in modo fusiforme. Anche le incisioni parietali, per tipologia e confronto con la produzione coeva, sono inquadrabili cronologicamente a un periodo compreso tra l’Epigravettiano evoluto e finale (16.000-10.000 anni fa)
- OGGETTO giacimento in cavità naturale deposizione funeraria
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CLASSIFICAZIONE
[Siti archeologici]
- LOCALIZZAZIONE Acquaviva delle Fonti (BA) - Puglia , ITALIA
- INDIRIZZO nr, Acquaviva delle Fonti (BA)
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600389930
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0