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Modugno, PERIODIZZAZIONI/ Preistoria/ Neolitico

L’insediamento neolitico di Balsignano è ubicato a sud-ovest di Bari, nel tratto centro-settentrionale dell’Altopiano delle Murge, a circa 8 chilometri dalla costa adriatica e a un chilometro dal centro abitato di Modugno. Il sito si estende per circa due ettari su un ampio pianoro calcareo proteso lungo il medio corso di un antico solco erosivo dalle pareti disseminate di grotte, la Lama Lamasinata. Esso rappresenta uno scrigno prezioso di informazioni per la ricostruzione dei modi di vita, dell’economia e dell’organizzazione sociale delle prime comunità di agricoltori che si stanziarono nel territorio murgiano. Il sito, individuato nel 1990 nell’ambito di un programma di ricerche nell’immediato entroterra barese, riflette una scelta insediativa diffusa nelle dinamiche di occupazione dell’area murgiana nel corso del VI millennio a.C.: le lame, un elemento fondamentale del paesaggio, costituivano importanti riserve idriche e consentivano il collegamento tra l’ambiente costiero e quello più interno. Gli scavi archeologici condotti tra il 1993 e il 2002 interessarono un paleosuolo dell’estensione di 350 metri quadrati e consentirono di mettere in evidenza due fasi di occupazione neolitica, una risalente alla metà del VI millennio a.C. (Neolitico antico avanzato) e l’altra tra la fine del VI e la prima metà del V millennio a.C. (Neolitico medio), documentando, per entrambe le fasi, strutture abitative, spazi artigianali, evidenze funerarie. Alla fase più antica dell’insediamento si riferiscono due capanne a pianta rettangolare ubicate al centro del pianoro, poste a 20 metri circa l’una dall’altra. Una delle due capanne, nota come Capanna 1, presentava il fronte occidentale leggermente absidato con un pavimento composto da un vespaio di pietre di piccole dimensioni, che sui lati nord e ovest era definito da una struttura muraria in fondazione con blocchi calcarei disposti su due file, e con pareti formate da elementi vegetali (canne, paletti in legno) rivestiti di argilla. Sul fronte occidentale, esternamente alla muratura, era un vano forse coperto e con pavimento costituito da lastrine calcaree piatte, nel quale si svolgevano attività specializzate e/o si conservavano beni, mentre sul lato meridionale era un focolare. Nelle immediate vicinanze della Capanna 1 erano, inoltre, all’interno di una fossetta, frammenti di un cranio con segni di combustione, appartenente a un individuo di sesso maschile di età adulta. La capanna 2, più ampia ma simile alla precedente nella pianta, presentava un piano pavimentale a tratti incoerente, interessato da maggiori interventi di rifacimento. All’esterno dell’area pavimentata, a sud della capanna, erano alcune fossette circolari funzionali all’alloggiamento di pali che avevano la funzione di sorreggere una probabile tettoia sul lato meridionale della struttura abitativa o, forse, destinate a ospitare grandi vasi. Sempre all’esterno dell’abitazione furono intercettate alcune strutture di combustione. Entrambe le capanne hanno restituito vasi decorati a impressioni. Una tomba (denominata T3) fu individuata a 20 metri a nord-est della capanna 2: si trattava di una fossa ovale con il fondo rivestito di lastrine e pietre entro la quale fu deposta una donna adulta (37-46 anni d’età) priva di corredo, in posizione fortemente contratta sul fianco sinistro e con il capo poggiato su una lente di cenere e lastrine arrossate dall’azione del fuoco, mentre sul busto erano appoggiate quattro lastre. Alla seconda fase di frequentazione dell’insediamento di Balsignano, compresa tra la fine del VI e la prima metà del V millennio a.C., è attribuibile una struttura dalla pianta circolare e del diametro di cinque metri denominata “Capanna 3”, usata per attività di carattere artigianale. Essa presentava un vespaio di pietrame delimitato sul lato nord da blocchi calcarei tra loro allineati. Al centro della struttura era un battuto argilloso di colore grigio chiaro e di forma circolare, mentre ai suoi margini si impostava un focolare circolare allestito su una base di lastrine calcaree, nei pressi del quale furono rinvenuti numerosi frammenti ceramici, tra i quali predominano quelli in argilla ben depurata (figulina) dipinti con bande rosse o rosso-brune e alcuni macinelli in pietra. L’assenza di intonaco esclude l’impiego di argilla per l’elevato della struttura. Al Neolitico medio risale una sepoltura (T2) intercettata subito a est della capanna 2, pertinente alla fase più antica. Si tratta della deposizione di un uomo adulto (35-40 anni) che giaceva, privo di corredo, sul fianco destro e in posizione contratta all’interno di una fossa quadrangolare delimitata esternamente da blocchi litici. La sepoltura T2, situata nelle strette vicinanze di una delle più antiche unità residenziali (Capanna 2) ha spinto gli studiosi a ipotizzare una scelta precisa adottata dai nuovi residenti del pianoro, che avrebbero in tal modo sancito il loro legame simbolico con gli antenati

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