elmo

Bari, SECOLI/ IV a.C

Elmo, di forma conica del cosiddetto tipo “a pileo” e di incerta provenienza (forse Gioia del Colle in provincia di Bari). Il reperto presenta, sulla calotta conica, decorazioni applicate in lamina ritagliata. Nella parte anteriore, una testa di Medusa, un cane e un cinghiale affrontati; su ciascun lato, una rotella a quattro raggi; in prossimità della parte terminale, fissate con attacchi a palmetta, due alette crestate frammentarie. Medusa è uno dei soggetti più utilizzati nella cultura figurativa antica come simbolo magico e apotropaico, ovvero capace di allontanare il male e annullare gli influssi magici maligni e la sua raffigurazione si riscontra in molti aspetti del mondo antico, come l’architettura e l’arte (teatro, ceramografia). Inoltre il suo aspetto spaventoso e la capacità del soggetto mitologico di pietrificare coloro che ne incrociavano lo sguardo lo rendevano un buon soggetto decorativo da utilizzare sulle armature da battaglia per intimorire il nemico. Si tratta di una rara attestazione materiale di questo tipo di elmo che caratterizza l’armamento indossato dai guerrieri indigeni apuli, come frequentemente rappresentato nelle scene sui vasi a figure rosse. I contesti apuli della seconda metà del IV sec. a.c. caratterizzati da armi sono quasi esclusivamente pertinenti all'ambito funerario. Sui vasi apuli cavalieri e guerrieri esibiscono o indossano armi che nell'ambito della regione apula si rinvengono in particolare nel settore centro-settentrionale: in tale area, accanto ai corredi esclusivamente dotati di lancia e cinturone, ne sono infatti documentati altri in cui tali strumenti offensivi e difensivi affiancano splendide armature, forse da parata. La varietà delle armi presenti nelle sepolture peucete e, soprattutto, daune della seconda metà del IV sec. a.C. trova riscontro nelle scene funerarie attraverso le quali i ceramografi propongono le tipologie di armamenti più diffusi del momento. I vasi con tali raffigurazioni - funerarie e/o mitologiche - di frequente deposti nelle sepolture del mondo apulo centro-settentrionale contribuivano senza dubbio ad esaltare il ruolo rivestito in vita dai guerrieri dauni e peuceti. Questi ultimi, evidentemente, non desideravano farsi ricordare come dei semplici combattenti; ambivano piuttosto ad una fama duratura simile a quella di molti eroi che, pur cadendo in battaglia, nella memoria restano comunque splendidi. Questa tipologia di elmo, in origine in materiale deperibile quindi, divenne un popolare copricapo metallico di fanteria in Grecia nel V sec. a.C. e giunse in Italia meridionale proprio per influsso ellenico che portò alla realizzazione di esemplari in metallo dei quali ne abbiamo pochissime attestazioni, tra cui questo. "

  • OGGETTO elmo
  • MATERIA E TECNICA Reperti archeologici/ bronzo
  • CLASSIFICAZIONE strumenti, utensili, oggetti d'uso
  • LOCALIZZAZIONE Bari (BA) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO via Venezia, 73, Bari (BA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE "L’elmo fa parte della Collezione Polese. La raccolta, composta da circa 2000 oggetti, apparteneva ad un collezionista privato di nome Arturo Polese, funzionario delle Ferrovie del Sud-Est che, durante la realizzazione della linea Bari-Taranto, in qualità di direttore dei lavori, recuperò numerosi reperti venuti alla luce nel corso degli scavi, soprattutto nella provincia di Bari. È probabile tuttavia che alcuni reperti fossero giunti al collezionista anche da altre località della Puglia e forse da regioni limitrofe. La sezione dei bronzi della collezione Polese è eterogenea dal punto di vista tecnico, funzionale, cronologico. Dai vasi agli utensili domestici, dagli strumenti della toeletta femminile a quelli della pratica sportiva, dalle armi ai bronzetti votivi raffiguranti, soprattutto, il dio più venerato dalle genti dell’Italia antica: Ercole. La mancanza dei dati di ritrovamento rende difficile nella maggior parte dei casi precisarne la cronologia. La collezione Polese fu acquistata dall’Amministrazione provinciale di Bari nel 1925, su proposta della Commissione di Archeologia e Storia Patria, al fine di arricchire le collezioni del Museo archeologico della Provincia di Bari, istituito nel 1875. Il criterio collezionistico che ha determinato la formazione della raccolta ha purtroppo impedito l’acquisizione dei dati di rinvenimento, consentita solo dallo scavo archeologico stratigrafico e fondamentale per un corretto inquadramento storico-archeologico dei reperti. Raggruppati dunque per classi di produzione erano esposti in gran parte nel grande salone della storica sede del Museo Archeologico, al primo piano di Palazzo Ateneo."
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600389905
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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