insediamento villaggio

Pulsano, 1/ Neolitico-Età del Bronzo

Nell'area abitativa furono individuate strutture dalla pianta rettangolare con muretti di fondazione composti da grosse pietre. Una di esse, scientificamente nota come capanna 7, presentava grandi dimensioni ed era absidata sul lato corto di fondo, trovando strette analogie con la grande struttura capannicola messa in luce nel coevo abitato di Scoglio del Tonno. Il rinvenimento di un ripostiglio di bronzi, inquadrabili nel Bronzo recente-finale, indurrebbe ad ipotizzarne una collocazione cronologica negli ultimi secoli del II millennio a.C. Tra il 1300 e il 1200 a.C., nelle fasi recenti dell’età del Bronzo, Torre Castelluccia avrebbe intensificato le relazioni con il Mediterraneo orientale, come documenta la presenza all’interno del sito di un lotto di materiali ceramici che richiamano quelli di produzione insulare egea (Creta e Rodi) e della Grecia continentale tipici degli aspetti culturali del Tardo Elladico III B e soprattutto del Tardo Elladico IIIC. Nel Bronzo finale (XI secolo a.C. circa) la struttura muraria difensiva avrebbe perso la sua funzione originaria, mentre l’insediamento si sarebbe allargato verso sud, oltre il pianoro sommitale e lungo la parte bassa del piccolo promontorio, dove nel corso di indagini topografiche è stato messo in luce un probabile fossato. Oltre ad aspetti legati alla vita dell’insediamento, si riconoscono anche aree di necropoli: a nord dell’abitato nel 1948 emersero infatti tombe ad inumazione, due delle quali sono state definite del tipo a grotticella. L’indagine di una delle due, successivamente largamente sconvolta da lavori agricoli, permise di appurare come essa dovesse essere contraddistinta da una pianta ellissoidale, con pareti rettilinee, volta a cupola e pozzetto di accesso; al suo interno, invece, si trovavano deposti quattro individui rinvenuti sia nella cella che nel pozzetto di accesso, ognuno accompagnato da elementi di corredo inquadrabili tra il Bronzo medio e il Bronzo recente, ovvero tra la metà e la fine del II millennio a.C. A distanza di circa un chilometro a nord del pianoro, emerse nel 1951 anche una necropoli ad incinerazione, segnalata da diversi ossuari in ceramica. Questo rito funerario avrebbe fatto la sua comparsa nel sito in un momento avanzato dell’età del Bronzo medio quando erano ancora in uso le deposizioni collettive in grotticelle artificiali ed è attestato presso Torre Castelluccia almeno fino all’età del Bronzo Finale, come avrebbero confermato le ricerche condotte a più riprese nel sito. Le indagini susseguitesi a Torre Castelluccia nel corso del tempo permisero di comprendere, inoltre, come i suoi abitanti dovessero essere particolarmente dediti all’agricoltura, cui si accompagnava specialmente l’olivicoltura, praticando forme di accumulo di derrate alimentari, legate sicuramente alla conservazione di risorse per gruppi familiari ma probabilmente anche ad attività di stoccaggio su larga scala correlabili alle attività commerciali sempre più frequenti. Torre Castelluccia, infatti, allo stesso modo degli insediamenti di Scoglio del Tonno e Porto Perone, ubicati a poca distanza tra loro lungo il litorale tarantino, rappresenta uno dei siti in cui si manifestano più chiaramente le testimonianze materiali relative ai rapporti tra indigeni e Micenei. Allo stato attuale non si dispone ancora di dati sufficienti per poter confermare una continuità insediativa fino all’età del Ferro, ma è ormai noto che il sito di Torre Castelluccia era stato frequentato anche in un periodo compreso tra il IX e l’VIII secolo a.C., come è emerso dallo studio del repertorio vascolare

  • OGGETTO insediamento villaggio
  • CLASSIFICAZIONE [Siti archeologici]
  • LOCALIZZAZIONE Pulsano (TA) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Via dei Micenei, 74026 Lido Silvana TA, Pulsano (TA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Segnalato per la prima volta nel 1943, cinque anni dopo, nel 1948, presero avvio gli scavi sistematici che condotti a più riprese fino agli anni ottanta del Novecento misero in luce una serie di evidenze archeologiche, alcune delle quali risalenti al VI millennio a.C. (Neolitico antico), altre decisamente più consistenti comprese tra la metà del II e il I millennio a.C., ovvero tra la media età del Bronzo e la prima età del Ferro. Maggiormente consistente è la documentazione risalente all’età del Bronzo come testimoniato dalla sequenza stratigrafica, il cui livello basale ha restituito materiali archeologici inquadrabili intorno alla metà del II millennio a.C., mentre nei livelli superiori sono ben rappresentate tipologie ceramiche risalenti al Bronzo recente e finale, consentendone l’inquadramento cronologico dopo la metà e verso la fine del II millennio a.C. Le continue attività di ricerca hanno permesso di chiarire come nelle fasi più mature dell’età del Bronzo l’insediamento protostorico doveva essere cinto da un muro di delimitazione, il cui impianto originario secondo alcuni studiosi potrebbe risalire già alla metà del II millennio a.C., quindi all’inizio della frequentazione protostorica. Il sistema difensivo presentava un andamento curvilineo e delimitava a nord/nord-est l’abitato che si estendeva con le sue capanne sul pianoro sottostante la cosiddetta Acropoli o rocca, una porzione più elevata del sito che emergeva in posizione dominante. Questi elementi inducono ad ipotizzare che l’insediamento nell’età del Bronzo doveva possedere una precisa organizzazione non estranea ad altri siti coevi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA dato non disponibile
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600389881
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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