menhir

Taurisano, non determinabile

Il monolite fu scoperto nel 1985 nella contrata Saglietti, da cui prende il nome nella sua forma dialettale, ed è stato poi ricollocato all’interno del cortile della scuola media del paese. Il monumento presenta tutte le superfici piuttosto corrose, come poco definiti sono anche gli spigoli. Su un lato è incisa una croce di piccole dimensioni, mentre sulla sommità è scavato un buco, probabile alloggiamento di una croce, andata perduta

  • OGGETTO menhir
  • MATERIA E TECNICA Reperti archeologici/ pietra/ incisione, intaglio
  • CLASSIFICAZIONE area ad uso funerario
  • LOCALIZZAZIONE Taurisano (LE) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Lecce, 129, Taurisano (LE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il termine menhir, parola di derivazione bretone che significa “pietra lunga” o “pietra dritta”, indica dei monoliti grezzi e allungati, infissi verticalmente nel terreno o nel banco di roccia, conosciuti in Salento col nome di “pietrefitte”. I menhir rientrano tra i cosiddetti “monumenti megalitici” (dal greco: pietre di grandi dimensioni) di Puglia che sono generalmente distinti in tre principali categorie morfologiche: dolmen (celle funerarie realizzate con l’impiego di lastre in pietra di grandi dimensioni), specchie (cumuli di pietrame di varia epoca e unzione) e, appunto, i menhir. Si tratta, dunque, di pilastri monolitici di funzione ancora dubbia (installazioni cultuali o simboli di confine e orientamento geografico) e di altrettanto incerta attribuzione cronologica (periodo preistorico o altomedievale). Gli esemplari meglio conservati in Puglia sono a base generalmente rettangolare, raggiungono un’altezza compresa tra 1 e 5 metri e hanno facce più o meno ben regolarizzate; la loro distribuzione resta ancora rada nella fascia medio-adriatica e nelle Murge ma appare molto più capillare nel Leccese, dove sono note circa un centinaio di attestazioni. L’assenza, finora, di indagini puntuali e sistematiche su questa classe di monumenti, insieme alle notevoli problematiche connesse con la loro tutela e conservazione, impongono una certa cautela nella valutazione delle loro funzioni pratiche o simboliche ad essi, in passato, attribuite. Inoltre, si deve considerare che molti menhir sono stati reimpiegati in strutture rurali o in contesti urbani e dunque hanno perso qualsiasi connessione con il contesto originario. Gli esemplari salentini presentano una forma tendenzialmente regolare e quasi perfettamente parallelepipeda e sono connotati da una tecnica di lavorazione piuttosto accurata. Spesso sono collocati nelle immediate vicinanze di chiese o cappelle e hanno nomi esplicitamente riferiti alla tradizione cristiana. Molti hanno incisioni cruciformi sulle superfici o conservano, sulla sommità, basi lapidee e piccoli incassi probabilmente funzionali all’alloggiamento di croci in pietra o in ferro. Sulla base di queste evidenze è stato ipotizzato da alcuni studiosi un fenomeno di progressiva “evangelizzazione” dei pre-esistenti menhir (che dunque avrebbero una possibile origine pre-protostorica), attuato nel tempo e senza una precisa definizione cronologica. Posizione divergente hanno invece assunto negli ultimi anni altri specialisti che, esprimendo forte scetticismo su una cronologia così antica, sostengono una datazione dei monumenti salentini non anteriore all’epoca alto-medievale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • SPECIFICHE DI REPERIMENTO ambito pugliese
  • CONDIZIONE GIURIDICA dato non disponibile
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600389267
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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