Tra gli esemplari meglio conservati, rinvenuti in gran numero nei villaggi neolitici del Tavoliere e attualmente conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Manfredonia, vi sono le protomi antropomorfe realizzate in modo schematico, caratterizzate da piccole bugne disposte lungo l’imboccatura dei recipienti a indicare il naso o l’intero volto umano, come nel caso dei reperti recuperati a Masseria Settimo di Grotte a Torremaggiore, nel riempimento del fossato a C dell’ex Ippodromo di Foggia e a Ponte Rotto presso Ordona. Uno dei pochi esemplari di protomi antropomorfe di questo tipo attribuibili a una fase iniziale del Neolitico medio (5.500-5.000 a.C., stile Scaloria Bassa) proviene da Grotta Scaloria, nei pressi di Manfredonia: il volto è reso attraverso una presa impostata subito sotto l’orlo