necropoli

Mattinata, SECOLI/ ARCHI DI SECOLI/ X-VII a.C

L’abitato si estendeva su un triangolo roccioso, inaccessibile su due lati caratterizzati da pareti a strapiombo sul mare, mentre il lato minore era occupato da una vasta necropoli con tombe scavate nella roccia. Un profondo fossato separava l’area abitativa dalla necropoli, difendendo l’unico tratto accessibile del villaggio dalla terraferma. Il fossato, largo circa 5 metri e lungo 15 metri circa, era sovrastato da un imponente muraglione di pietre a secco di circa 6 metri di altezza, che probabilmente in origine era sostenuto da una palificazione lignea. Le strutture abitative sono riferibili a capanne a pianta subcircolare, come testimoniano le numerose tracce, rinvenute nel banco di calcare, delle canalette perimetrali, delle buche per i pali e delle fossette per la raccolta delle acque o per il mantenimento delle derrate alimentari. Dalla sottostante baia di Mattinata saliva un ripido sentiero, la cosiddetta “Via Sacra”, che giungeva nei pressi del fossato e si arrestava dinanzi a uno stretto passaggio coincidente con la porta di accesso del villaggio, intagliata anch’essa nella roccia. Al di là del fossato si estendeva la vasta area cimiteriale, all’interno della quale sono stati individuati una serie di nuclei sepolcrali separati e distanziati, composti da numerose strutture tombali ravvicinate tra loro e disposte sia sul crinale del promontorio sia sulle pendici settentrionali fino quasi all’altezza del mare. Nel corso dei secoli (tra il X e il IV secolo a.C.) si registra la progressiva espansione della necropoli dalle zone più vicine all’abitato, dove sono state rinvenute le sepolture più antiche datate tra la fine del X e gli inizi del IX secolo a.C., fino a quelle più distanti. Il momento di maggior frequentazione della necropoli coincise con il periodo compreso tra il IX e la prima metà del VII secolo a.C. Tutte le tombe furono scavate nella roccia, tranne la tomba di Masseria Fandetti, che è a fossa terragna. La forma delle tombe era principalmente troncopiramidale, con profondità compresa tra 110 e 130 centimetri e un’ampiezza alla base di circa 90 x 110 centimetri, con imboccatura subrettangolare di circa 40 x 70 centimetri, dotata di una canaletta per il deflusso delle acque piovane. L’orientamento delle tombe era generalmente est-ovest, con alcune tombe volte a nord-est/sud-ovest o nord-sud. Originariamente le sepolture erano chiuse da lastre di copertura, consistenti in grandi pietre rozzamente squadrate. Il rinvenimento di numerose sculture nella necropoli suggerisce il loro utilizzo con funzione di semata sepolcrale tra il X e il VII secolo a.C. La produzione scultorea, realizzata in pietra locale, era di due tipi: sculture antropomorfe, teste iconiche o aniconiche e resti di stele, per i quali si avanzava l’ipotesi di raffigurazioni di divinità funerarie femminili o oranti; monumenti geometrici stilizzati, scudi circolari in un solo pezzo o con colonnetta di sostegno, posti forse a identificare sepolture di guerrieri. Una singola struttura tombale accoglieva deposizioni plurime ad inumazione, con individui di età e sesso differenti, disposti accovacciati o fortemente rannicchiati su un fianco, secondo un uso attestato in Puglia settentrionale sin dal X secolo a.C. Le fosse tombali, inoltre, non erano destinate solo alle deposizioni simultanee, ma venivano anche riutilizzate per deporre ulteriori individui in epoche successive

  • OGGETTO necropoli
  • MATERIA E TECNICA Reperti archeologici/ pietra
  • MISURE Spessore: 110 cm
    : 110x90 cm
    : 70x40 cm
  • CLASSIFICAZIONE area ad uso funerario
  • LOCALIZZAZIONE Mattinata (FG) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Str. Monte Saraceno, Mattinata (FG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dalle indagini archeologiche effettuate e dallo studio dei reperti si ipotizza la nascita dell’insediamento tra l’età del Bronzo Finale (XII-X secolo a.C.) e la prima età del Ferro (X-IX secolo a.C.), la cui massima espansione e frequentazione coincise con l’età del Ferro (IX-inizi VII secolo a.C.). Il modello insediativo è comune in ambito protostorico anche per altri siti di area garganica, collocati su alture costiere (Punta Manaccore, Molinella e Coppa Nevigata) a partire dalle fasi finali dell’età del Bronzo. Dallo studio dei materiali di corredo si ipotizza un utilizzo delle sepolture non superiore alla durata di un secolo (50-75 anni). Sebbene risulti alquanto difficoltoso attribuire uno specifico corredo a ciascuna deposizione, i corredi rinvenuti all’interno delle sepolture mostrano una ricca varietà di oggetti di ornamento maschile e femminile in bronzo e in ferro, quali numerosi tipi di fibule, pendagli, anelli, spilloni, borchie, rasoi ed elementi in ambra, avorio, osso e pasta vitrea. Oltre agli oggetti di ornamento sono stati rinvenuti coltelli, pugnali e spade in ferro. Il repertorio vascolare era quasi del tutto assente nelle tombe più antiche, mentre i reperti ceramici divennero sempre più frequenti nei corredi delle epoche successive, tanto che a partire dall’VIII secolo a.C. un’articolata e variegata suppellettile di vasi di impasto e di ceramica dipinta daunia fu rinvenuta in associazione al corredo metallico. Dallo studio dei corredi non sono emerse particolari differenziazioni di livello sociale, anche se alcune diversità possono essere collegate alla presenza di oggetti di prestigio. La ricchezza dei corredi tombali trova puntuali confronti con i materiali di necropoli coeve situate sulla sponda orientale dell’Adriatico, in Basilicata, in Calabria e in Campania, evidenziando l’inserimento dell’insediamento di Monte Saraceno in una fitta rete di rapporti economico-culturali tra queste popolazioni durante la prima fase dell’età del Ferro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA dato non disponibile
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600389212
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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