peso da telaio
Foggia,
SECOLI/ ARCHI DI SECOLI/ III a.C.-II a.C inizio/ metà
Pesi da telaio di forma troncopiramidale con foro passante sotto la base minore, privi di bolli o di incisioni
- OGGETTO peso da telaio
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MATERIA E TECNICA
Reperti archeologici/ argilla/ incisione
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MISURE
Misura del bene culturale 1600389185: 8.3x4.6 cm
Misura del bene culturale 1600389185: 2.9 cm
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CLASSIFICAZIONE
strumenti, utensili, oggetti d'uso
- LOCALIZZAZIONE Foggia (FG) - Puglia , ITALIA
- INDIRIZZO Piazza Vincenzo Nigri, 3, Foggia (FG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'insediamento di Arpi fu uno dei più grandi centri della Daunia, in cui furono condotti scavi sistematici dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia tra gli anni Trenta del ‘900 e gli inizi degli anni 2000. La fondazione di Arpi sarebbe da attribuire a Diomede, l’eroe di Argo. La prima occupazione del sito risale all’età del Ferro (950-720 a.C.), ma è soprattutto a partire dal VI secolo a.C. che Arpi raggiunge una sua connotazione sociale e insediativa ben definita, quando il sito venne delimitato da un fossato con terrapieno difensivo (aggere). Nel IV secolo a.C. si registra una fase di notevole sviluppo e riorganizzazione dell’impianto urbano di Arpi, anche a seguito dell’intensificarsi dei contatti e delle influenze delle popolazioni limitrofe, in particolare con quelle osco-sannite, con i Greci, soprattutto Taranto, e infine con i Punici e i Romani. In questo periodo la città fu dotata di mura e furono costruite residenze aristocratiche, secondo i modelli planimetrici e decorativi della Grecia del tempo (Pella, Olinto, Eretria); nelle aree necropolari, oltre alle tombe a fossa e a grotticella, furono edificate ricche tombe monumentali a semicamera e a camera. La presenza di necropoli è documentata in diversi punti dell’insediamento, sia in aree a destinazione prevalentemente funeraria (settore nord-orientale dell’insediamento e area dell’ipogeo della Medusa), ma anche in prossimità di strutture abitative (località Montarozzi). Tra il IV e il III secolo a.C. le sepolture documentate erano del tipo a fossa, a enchytrismos (sepoltura dentro un vaso destinata ai bambini) e a grotticella (sepoltura a camera scavata nel banco roccioso). Il rito attestato è esclusivamente quello dell’inumazione. Tra il III e il II secolo a.C., invece, si diffonde l’uso di seppellire i defunti appartenenti alle classi più agiate della società arpana nei grandi ipogei, dislocati ai margini dell’insediamento. Uno dei più significativi esempi di questo modello architettonico è la tomba cosiddetta della Medusa, oggetto di indagini archeologiche tra il 1985 e il 1989, anche se fu già individuata nel 1980 a seguito di numerosi saccheggiamenti. La tomba sorgeva in un’area già a destinazione funeraria, infatti, per la costruzione del complesso monumentale furono distrutte alcune tombe a grotticella. La tomba a camera fu costruita con blocchi di regolari di tufo caratterizzata da una fronte tetrastila con i capitelli figurati e dal frontone campito con il volto di una Medusa (Gorgone) in rilievo. Si accedeva all’interno della tomba attraverso una porta a doppio battente, preceduta da lungo dromos (corridoio) a piano inclinato. All’interno era presente uno stretto vestibolo, che dava accesso a tre celle voltate a botte, le cui pareti erano decorate da scene dipinte di oltretomba con Cerbero o pantera e pìnax con personaggio togato, preceduto da un palafreniere con berretto frigio, designato da un’iscrizione in lettere greche, mentre sul pavimento era dipinto un animale marino. L’ambiente centrale, il più finemente dipinto e decorato, dava accesso alle due celle laterali, ciascuna dotata di un letto in muratura, destinate ad accogliere i defunti. Nella cella centrale si conservava il pavimento in cocciopesto con un emblema con rettangolo quadripartito al centro e istrici e delfini lungo i bordi. Durante il suo utilizzo la struttura funeraria fu sottoposta a una serie di attività di risistemazione e di manutenzione. Il contesto e le sue diverse fasi d’uso furono datati dall’archeologa Marina Mazzei tra gli inizi del III e la metà del II secolo a.C. Dovevano essere di notevole quantità e qualità i corredi delle sepolture, purtroppo trafugati. L’alto livello del sepolcro suggerisce la presenza ad Arpi di una aristocrazia fondiaria, che nella monumentalità della struttura funeraria esprimeva il suo potere economico. Nella struttura funeraria di Arpi sono stati rinvenuti pesi da telaio, la cui funzione originaria è riconducibile alla pratica della tessitura, mentre incerta resta l’interpretazione di tali oggetti nei contesti funerari. Tra l’altro, gli esemplari arpani risultavano privi di bolli o di incisioni utili a formulare ipotesi funzionali
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
- SPECIFICHE DI REPERIMENTO La tomba della Medusa fu costruita con blocchi di regolari di tufo, caratterizzata da una fronte tetrastila con capitelli figurati e dal frontone con il volto di una Medusa in rilievo. Si accedeva all’interno della tomba attraverso un lungo dromos a piano inclinato; all’interno era presente uno stretto vestibolo, che dava accesso a tre celle voltate a botte, le cui pareti erano decorate da scene dipinte di oltretomba. L’ambiente centrale, il più finemente dipinto e decorato, dava accesso alle due celle laterali, ciascuna dotata di un letto in muratura, destinate ad accogliere i defunti
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600389185
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0