insediamento rupestre

Ostuni, PERIODIZZAZIONI/ ARCHI DI PERIODI/ Preistoria-Età medievale

Nel sito di Lamacornola,che prende il nome dalla lama omonima, nel corso di varie esplorazioni sono stati identificati resti di antichissime culture attribuibili al Paleolitico medio e superiore e soprattutto al Neolitico. In particolare al VI millennio a.C. rimandano i diversi frammenti decorati con impressioni strumentali e digitali che, rinvenuti assieme ad abbondanti resti di intonaco di capanna, testimonierebbero l’esistenza di un insediamento neolitico sugli spalti della lama. Sempre all’interno di questo antico alveo torrentizio, nel punto in cui si allarga maggiormente, sono stati individuati numerosi reperti archeologici riferibili alla Protostoria (tarda età dei Metalli), oltre a frammenti a vernice nera che rimandano all’età della romanizzazione. Nelle successive fasi storiche veri e propri complessi abitativi rupestri interessarono Lamacornola, che si mostra caratterizzata lungo tutte le sue pareti da profonde escavazioni talvolta integrate con strutture in pietrame a secco funzionali alla divisione degli ambienti, separando quelli adoperati dall’uomo da quelli utilizzati per lo stazionamento del bestiame (corti e recinti). Alcuni di questi ambienti di grandi dimensioni presentano integrazioni in blocchi parallelepipedi tufacei dall’altezza uniforme, messi in opera in filari omogenei (opera quadrata), ricordando una fase tarda dell’epoca romana. Al contrario, altri e più numerosi ambienti, anche intercomunicanti tra loro, rimandano ad un periodo storico posteriore e sono posti in relazione con altre strutture: articolati sistemi di irreggimentazione delle acque alluvionali, quali vasche, pozzi e cisterne, strutture di argine con la funzione di “tenuta” dell’acqua e una serie di percorsi convergenti verso la lama. Queste testimonianze archeologiche descrivono un’area completamente modificata dall’uomo. Uno di questi ambienti scavati nel banco tufaceo presenta grandi dimensioni, conserva i resti di una macina e può essere interpretato come antico frantoio sotterraneo, segnalando la presenza quindi non solo di spazi usati a scopo abitativo o come ricoveri per animali ma anche di altri adoperati per attività produttive specifiche, come la lavorazione delle olive. Tali evidenze avrebbero fatto parte di un villaggio rupestre, di epoca medievale, così denominato perché composto da una serie di grotte scavate dall’uomo lungo i fianchi della lama, talvolta ubicate su più livelli e contraddistinte da forme e dimensioni piuttosto variabili. Questo modo di vivere la grotta avrebbe quindi connotato le civiltà rupestri e, assieme ad altri aspetti, quali le differenziate e complesse realtà sociali, culturali, civili e religiose, interessò l’Italia meridionale nel Medioevo

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