area a uso funerario tomba

Foggia, PERIODIZZAZIONI/ Preistoria/ Neolitico

In un momento in cui l’insediamento del Neolitico antico (5800-5500 a.C.) di ex Ippodromo doveva essere già stato abbandonato, trovava sepoltura un individuo appartenente ad uno dei gruppi umani che, vissuti in un periodo a cavallo tra la cultura di Serra d’Alto e i primi momenti di diffusione della cultura di Diana (V millennio a.C.), rimangono tuttora poco conosciuti nel Tavoliere di Foggia. La sepoltura fu individuata nel corso delle indagini archeologiche condotte nel 2005 sul versante settentrionale dell’area di scavo. L’inumato era stato deposto all’interno di una piccola e poco profonda tomba a fossa, che insisteva in gran parte sui livelli sommitali di riempimento del fossato a C (compound), a cavallo tra il braccio interno e quello esterno, ed era sprovvista di pietre di delimitazione. Il corpo del defunto apparteneva ad un individuo di sesso maschile, di età adulta, denominato “Siro”, adagiato, sul fondo della fossa, sul fianco sinistro e in posizione rannicchiata, con la testa orientata a nord e il volto girato verso est. Sebbene la tipologia di deposizione ricordi ancora gli usi funerari consolidatisi già in fasi più antiche del Neolitico, una novità è rappresentata dalla presenza del corredo, elemento che compare nelle sepolture neolitiche specialmente a partire da una fase inoltrata del Neolitico medio (fine del VI millennio a.C. – inizi del V millennio a.C.). Infatti, all’interno della sepoltura dell’ex Ippodromo, in prossimità del lato destro dell’individuo, poco distante dal suo bacino, è stato rinvenuto un vaso di corredo, parzialmente conservato. Si tratta di una probabile olla (grande contenitore adoperato solitamente per la conservazione e/o la cottura di cibi) di forma globulare, con una sola ansa dalla forma cilindrica leggermente ricurva al centro, forse accompagnata da una seconda ansa non conservata, e dal fondo lievemente convesso. L’argilla adoperata per la realizzazione del vaso si presenta piuttosto depurata, mentre le superfici non sono accuratamente trattate e acquisiscono una colorazione tendente al beige e al rossastro, mancando completamente di qualsiasi tipo di decoro. Il vaso è stato attribuito ad un momento finale della fase della cultura di Serra d’Alto (V millennio a.C.), con alcuni elementi che sembrerebbero maggiormente rimandare alle fasi iniziali della cultura di Diana-Bellavista (fine del V millennio a.C.), corrispondenti ad un periodo in cui il Tavoliere torna ad essere maggiormente popolato. Ulteriori indizi della probabile rioccupazione del sito di ex Ippodromo in questa fase inoltrata del Neolitico sono rappresentati da due differenti frammenti di olla, uno dei quali fu intercettato fuori contesto stratigrafico, nel corso degli scavi condotti internamente al villaggio neolitico tra il 2018 e il 2019, l’altro, invece, fu individuato grazie ad ulteriori indagini svolte nel 2019 nella porzione Ovest dell’area dell’ex Ippodromo. Qui, nel corso di lavori moderni, è stata messa in luce una concentrazione di ciottoli tra i quali si trovava il frammento di olla, provvisto di un’ansa tipologicamente simile a quella presente sul vaso rinvenuto nella deposizione funeraria di ex Ippodromo, sembrerebbe anch’esso rimandare a momenti finali della cultura di Serra d’Alto

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