pozzo
Il butto di Santa Scolastica ha restituito una grandissima quantità ceramica: dalla più diffusa ceramica domestica di uso comune, alla ceramica da fuoco (utilizzata per la cottura dei cibi) e infine la ceramica da mensa (gli oggetti utilizzati sulle tavole). Lo studio delle ceramiche, il principale “fossile guida” che permette di proporre datazioni affidabili dei livelli archeologici, ha permesso di inquadrare l’utilizzo dell’immondezzaio in un arco cronologico compreso tra XIV e XV secolo. L’intero gruppo ceramico è sostanzialmente omogeneo e suggerisce di racchiudere la prima fase di formazione del deposito nell’arco della prima metà del Trecento, in forte decrescita già nel secolo successivo. Nello specifico la ceramica domestica di uso comune è rappresentata sia da forme chiuse (soprattutto anfore dedite alla conservazione delle derrate alimentari liquide) sia da forme aperte (ciotole e bacini per la preparazione dei cibi). Alcuni oggetti presentano una decorazione in rosso o bruno derivante dal manganese e realizzata con spennellate molto veloci lungo il corpo ceramico oppure a ridosso dell’orlo o dell’ansa. La ceramica da fuoco era realizzata con un impasto “refrattario”, quindi in grado di resistere alle alte temperature, e nel butto è rappresentata soprattutto da pentole dotate di rivestimento vetroso (vetrina a base di piombo che serviva per impermeabilizzare il manufatto e impedire che il biscotto ceramico assorbisse gli odori), da piccole pignatte e olle per la cottura soprattutto di zuppe, legumi e verdure. Ben attestate anche le lucerne: utilizzate per l’illuminazione degli ambienti, funzionavano attraverso l’inserimento di olio lampante (olio prodotto dalla lavorazione delle olive nei frantoi, ma con un processo diverso da quello alimentare) combustibile nel corpo del piccolo oggetto. La ceramica da mensa è documentata sia da invetriate monocrome (quindi ceramiche rivestite da un solo colore) rappresentate soprattutto da ciotole e scodelle per il consumo individuale del cibo, sia policrome (a più colori). Ma i reperti più particolari sono sicuramente due catini (forme aperte grandi, utilizzati come piatti collettivi oppure da portata), la cui caratteristica principale consiste nella presenza di numerose piccole anse (manigliette) poste intorno all’orlo. Il primo dei due catini presenta una decorazione policroma in bruno, rosso e verde che prevede la figura di un cervo (o forse un capriolo) disegnato con minuzia di particolari; il secondo è presenta invece una decorazione più complessa che alterna figure di pesci a immagini di uccelli raffigurati intorno a un motivo continuo a intreccio che richiama la forma del “nodo di Salomone”
- OGGETTO pozzo
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MATERIA E TECNICA
Opere-oggetti d'arte/ materiali vari/ tecniche varie
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CLASSIFICAZIONE
infrastruttura idrica
- LOCALIZZAZIONE Bari (BA) - Puglia , ITALIA
- INDIRIZZO Via Venezia, 73, 70122 Bari BA, Bari (BA)
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
dato non disponibile
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600388906
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0