L’area oggetto di indagini archeologiche (mt. 30x7) è ubicata nel comprensorio di Ururi, loc. Forconi, dove sono state individuate diverse evidenze archeologiche relative ad una sepoltura della tipologia definita come tomba a camera e parte di una struttura a carattere abitativo in materiale deperibile. La prima fase di frequentazione dell’area è ascrivibile all’età sannitica con il riconoscimento di una struttura di notevoli dimensioni costituita da blocchi squadrati in materiale lapideo e tufo ed una copertura in tegole. Infatti la tomba a camera aveva una copertura costituita da uno strato di tegole al di sotto del quale si collocano blocchi di tufo che, fino a circa 190 cm di profondità, sembrano avere una disposizione ben definita, mentre al di sotto risultano essere in stato di crollo. In seguito all’asporto dei livelli di disfacimento strutturale relativi alle strutture perimetrali della sepoltura, è stato individuato il ricco corredo. Il corredo rinvenuto al di sotto del livello di crollo si trova in giacitura primaria e risulta per la maggior parte frammentato. Si tratta di un cospicuo numero di esemplari ceramici di manifattura apula a figure rosse, appartenenti verosimilmente ai centri di produzione di "Gnathia" oltre a balsamari di vetro e ceramica a vernice nera. Tra le forme aperte abbiamo un cratere a campana, due con anse a volute , kylikes, coppe e coppette miniaturistiche. Alla tipologia delle forme chiuse è ascrivibile un'olla di grandi dimensioni e lebes gamikos. Esso appartiene al periodo compreso tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. Sono stati recuperati ulteriori oggetti di corredo tra cui una biga con auriga in terracotta Inoltre è presente anche una punta di lancia in ferro collocata nei pressi dell'articolazione scapolo- omerale sinistra. Al di sopra delle vertebre lombo sacrali si rinviene un cinturone in bronzo a profilo rettangolare che presenta la chiusura mediana costituita da otto ganci per lato. L'inumato rinvenuto all'interno della fossa presenta pochi frammenti ossei, riconducibili a tre denti, due avambracci, parte del femore e della tibia sinistra e infine alcune vertebre appartenenti alla regione lombo- sacrale conservate nei pressi del cinturone di bronzo. E' da notare il cospicuo numero di chiodi rinvenuti ai margini della fossa, che talvolta raggiungono anche i 10 cm di lunghezza e le tracce del legno della cassa che si sono conservati per lo più sul margine sud, nella regione della cassa toracica, nei pressi della scapola sinistra e sugli arti inferiori. E' da sottolineare che nella zona della gabbia toracica e degli avambracci si intravedono, oltre ai resti del legno della cassa e qualche frammento osseo, anche delle macchie di colore bruno scuro appartenenti probabilmente a qualche complemento vestiario (cuoio?) indossato dal defunto al momento della deposizione. Nei pressi della struttura tombale, inoltre, sono state rinvenute delle fosse di grandi dimensioni (mt. 2 di diam.). Lo scavo stratigrafico dei riempimenti ha permesso di rinvenire materiale ceramico ascrivibile all’età tardoantica altomedievale (ceramica a bande rosse), ceramica da fuoco e ceramica comune da mensa. Le indagini archeologiche sono proseguite con l’analisi della superficie di scavo limitrofa alle buche di grandi dimensioni. Le attività di cavo hanno permesso di individuare un lacerto di struttura muraria costituita da ciottoli di medie dimensioni unite alla presenza di buche di palo di forma circolare. Le evidenze così individuate, sono state interpretate come resti di strutture a carattere abitativo realizzate in legno (capanne). Il vasellame diagnostico rinvenuto è ascrivibile all’età altomedievale