sito pluristratificato

Venafro, II MILLENNIO a.C

L'area appare interessata da diversi rinvenimenti archeologici, dalla preistoria all'età romana, senza soluzione di continuità. Si indagano diverse aree, che risultano sigillate da uno strato di deposito alluvionale. Si rinviene un allineamento di ciottoli calcarei, che si sviluppa per una lunghezza complessiva di 9,70 m in direzione NE (US 3) affiancato, nella porzione Sud, da un ulteriore allineamento di ciottoli (US 4), molto simile al primo per morfologia e caratterizzazione, ma con orientamento leggermente diverso. Il materiale rinvenuto è costituito da alcuni frammenti ceramici, manufatti litici in selce e resti faunistici. Si rinviene, inoltre, un canale verosimilmente di origine naturale. Si documentano due buche, di forma sub - circolare, riempite con materiale fittile, oltre a una borchia e una moneta in bronzo. Tra le due fosse descritte, in corrispondenza della porzione mediana del saggio, si colloca una terza fossa, di forma circolare (UUSS -6, 7), il cui diametro misura 1,61 m e che si sviluppa per -1,70 m in profondità; all’interno sono stati recuperati numerosi frammenti di anfore, di ceramica, un peso da telaio e un frammento di tegola con bollo (MCCO). Tale materiale si alterna a numerosi ciottoli calcarei di medie dimensioni. Proseguendo l’indagine sul versante Orientale, invece, alla quota di circa -1,30 m dal piano di campagna si individuano sei focolari. Quattro risultano perfettamente allineati in corrispondenza della porzione mediana del saggio e sono caratterizzati da un taglio di forma sub-circolare, dai margini ben definiti e regolari; il fondo non è piano ma si approfondisce in avvallamenti più o meno profondi; il riempimento è costituito da strati di argilla rubefatta e carbone. Nella porzione mediana del saggio, viene messo in luce un canale orientato E-O con andamento rettilineo. Il suo riempimento è caratterizzato da uno strato più superficiale (US 158) di terreno di colore rossastro a matrice argillosa, alternato a lenti sabbiose più friabili, nel quale si rinvengono frammenti di ceramica, alcuni frammenti di anfore e di dolia. Lo strato sottostante (US 242), a diretto contatto con il fondo, si differenzia per essere costituito da ciottoli calcarei di medie e piccole dimensioni e laterizi fratti. Restituisce numerosi frammenti di ceramica, anfore, dolia e frammenti di vetro; si recuperano altresì un coltello e una borchia quadrangolare in bronzo. A una fase più antica sono da attribuire le 221 buche, individuate nei margini N e S dello scavo. Di queste solo alcune sembrano seguire allineamenti paralleli. Il materiale archeologico risultante dagli strati di riempimento delle stesse è del tutto esiguo, poco utile a fornire una cronologia assoluta: si annoverano un bulino in selce proveniente dalla buca B64, schegge lavorate in selce provenienti dalle buche B101, B144, B153, B157, B183 e un orlo in ceramica d’impasto dalla buca B221

  • OGGETTO sito pluristratificato
  • MISURE Circonferenza fianchi: 2.500 mq
  • AMBITO CULTURALE Insediamento Preromano E Romano
  • LOCALIZZAZIONE Venafro (IS) - Molise , ITALIA
  • INDIRIZZO Strada Cupa, Venafro (IS)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE A giudicare da quanto emerso a seguito dello studio della stratigrafia e dei materiali in essa contenuti, la zona presenta un’importante facies abitativa collocabile in termini generali all’età del Bronzo, considerato che gli scarsi materiali ceramici e gli strumenti litici in selce ricalcano forme molto diffuse tra il Neolitico e l’età del Bronzo. Nell’area in questione, interessata nei secoli - come anche in età moderna – da significative attività di bonifica dei suoli superficiali, che hanno spesso sconvolto livelli di calpestio antichi, sono stati individuati una serie di paleosuoli nei quali si documentano le fondazioni di palizzate lignee. Tali evidenze archeologiche, la cui restituzione in pianta non permette l’identificazione di planimetrie riconoscibili come capanne o abitazioni generiche, sono senza dubbio ascrivibili ad attività di bonifica pertinenti all’impianto e alle varie fasi di vita dell’insediamento. La costituzione di complessi sistemi di palificazione all’interno di siti abitativi protostorici rappresenta uno degli elementi distintivi di tipologie d’insediamenti istallati in aree paludose, caratterizzati cioè dalla presenza di acque stagnanti. Per ovviare a problemi d’umidità legati alla risalita di acque di falda, le aree interessate dall’abitato, poste all’asciutto, venivano preventivamente munite di complessi sistemi di isolamento del piano di calpestio dai terreni sottostanti. Questo avveniva mediante l’istallazione di una fitta trama di pali lignei a sorreggere piani orizzontali costituiti da materiale vario (elementi lignei, fittili in frammenti, materie prime vegetali compattate), sui quali venivano impiantate le vere e proprie strutture abitative dell’insediamento stesso. A fianco di tali palificazioni, altre palizzate dovevano poi fungere da argine di contenimento delle eventuali lievi esondazioni causate dalle stagionali oscillazioni di livello dei bacini acquitrinosi. Difficile dunque collocare cronologicamente la fase del canale che segue l’orientamento NE-SO: messo in opera anch’esso verosimilmente per attività di bonifica; la sua funzionalità potrebbe essere rimasta invariata nel corso dei secoli. Ma la presenza di materiale prevalentemente di età preromana e romana e il gap stratigrafico che il canale stesso crea nella successione dei livelli di frequentazione, evidentemente più antichi, rinvenuti sugli argini settentrionale e meridionale, eguagliati nella sequenza stratigrafica, lasciano pensare che si tratti di un intervento successivo all’impianto delle palizzate lignee dell’età del Bronzo. Data la particolare concentrazione di materiale all’interno del suddetto canale, si formula l’ipotesi che possa trattarsi verosimilmente di un fossato che nel corso dei secoli si è andato definendo come bacino naturale di raccolta, all’interno del quale vengono trasportati e depositati utensili e manufatti provenienti dal vicino insediamento, di epoca pre-romana e romana, individuato sul versante meridionale dell’area. Analizzando la tipologia di materiale che è stato recuperato e associato con le strutture messe in luce nel saggio adiacente, si ipotizza che le fosse su citate siano risultate funzionali a tale insediamento
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400085496
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia del Molise
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia del Molise
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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