Santuario in località Fonte Sant’Ippolito (santuario, strutture per il culto)
Il santuario è articolato in due ampie terrazze contigue ricavate a quote diverse nel versante collinare. La terrazza superiore è caratterizzata da una vasta spianata con il pavimento in terra battuta mista a ciottoli, a forma di rettangolo allungato, definita, a monte, da un lungo muro di sostruzione in opera quadrata completato da una struttura di contenimento a "L", in opera incerta costituita da pietre legate con malta, che chiude l'area sacra ad est. In questa zona è riconoscibile almeno un sacello, a pianta rettangolare, con pavimento in rozzo acciottolato, che s'imposta con un lato direttamente sul muraglione di temenos e al cui interno, accostata alla parete di fondo, è stata rinvenuta anche la porzione inferiore di una figura maschile in terracotta. Costruito in opera quadrata nella parte inferiore, il sacello ha un alzato, minimamente conservato, in piccoli conci di pietrame irregolare legati con malta; era fornito di una copertura a doppio spiovente e il tetto doveva prevedere, in base ai ritrovamenti, una decorazione ad antefisse con il motivo della Potnia Theron. L'altare è collocato nello spazio antistante. A nord e a ovest del sacello è presente una numerosa serie di piccole strutture, per lo più identificabili con altari, edicolette con cardini per sportellini e cippi tronco-piramidali con base quadrata e capitello modanato in pietra locale, sui quali dovevano trovare posto almeno parte delle offerte bronzee rinvenute durante le indagini. Nell'area si distinguono i resti di un altro piccolo sacello. Nella terrazza inferiore, dove dal fianco della collina scaturisce la sorgente minerale, si trova un muro in opera quadrata a cui si addossa una vasca di raccolta dell'acqua in lastre di pietra calcarea legate da grappe metalliche ed ammorsate al muro stesso, alle spalle del quale venne aggiunta, scavandola nel pendio, una piccola cisterna in opera cementizia, originariamente coperta da una volta a botte. Dal complesso santuariale provengono più di centocinquanta reperti bronzei, soprattutto raffigurazioni di Ercole in attacco e circa cento raffigurazioni plastiche di Ercole, quasi sempre nudo, in assalto ed a riposo. L'area ha restituito anche alcune statuine femminili di offerenti (sedute su sedie minuscole, in un caso la figura è assimilata a divinità), numerosi ex-voto anatomici (piedi, teste, mani, mammelle, falli, statue panneggiate e statuette femminili, bovidi, mascherine votive), un sistro, alcune coppe su piede troncoconico, un piatto-coperchio per fumigazioni decorato con incisioni e disegni a rilievo, e delle lucerne a testa di bovino. Si segnalano anche una statuetta femminile seduta ed una testa di divinità femminile riconducibili iconograficamente alla rappresentazione di Cibele o della Tyche. Molti dei reperti mobili si rinvennero in una fascia a ridosso del lungo muro di contenimento della terrazza superiore, nei pressi del lato orientale del sacello, deposti su quello che è stato riconosciuto come il livello antico di calpestio dell’area, ricoperti con uno strato di terra mista a frustoli di carbone, uno spazio delimitato da cippi coricati e altri materiali lapidei rimossi dalle loro collocazioni originarie. Durante i recenti restauri si è individuato nel settore est del santuario un ossario: un piccolo vano interrato in muratura di forma quadrangolare, posto, forse, in connessione con una struttura muraria attigua in pietrame irregolare, frammisto a materiale di spoglio, e malta
- OGGETTO santuario
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CLASSIFICAZIONE
strutture per il culto
- LOCALIZZAZIONE Corfinio (AQ) - Abruzzo , ITALIA
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il santuario, collegato all’abitato tramite un asse stradale in parte ricalcato dalla viabilità attuale e rintracciabile anche grazie alla presenza lungo il suo percorso di testimonianze sepolcrali, sorge in una zona caratterizzata dalla presenza di una copiosa sorgente di acqua minerale, nei pressi di una località già utilizzata nel V-IV sec. a.C. come necropoli, lungo l’arteria antica di collegamento tra l’acropoli urbana e la via pedemontana del Morrone che proseguiva fino a raggiungere il più famoso santuario di Ercole Curino a Sulmona. Al culto antico si è sovrapposto un culto cristiano, secondo una prassi diffusa e sempre più documentata anche in Abruzzo. Fino a poco più di un decennio fa aveva luogo il 13 agosto di ogni anno si assisteva ad un pellegrinaggio da parte degli abitanti di Corfinio e dei paesi vicini ad una fonte ritenuta miracolosa situata nelle immediate vicinanze del luogo in cui negli anni Novanta è avvenuto il ritrovamento del santuario. I fedeli giunti alla fonte ne attingevano l’acqua con un “ditale” e se la versavano in posizione supina in entrambe le orecchie
- TIPOLOGIA SCHEDA Complessi archeologici
- INTERPRETAZIONE La struttura si connota, nella sua fase finale, per un impianto architettonico articolato lungo il pendio collinare in due terrazzamenti paralleli di forma rettangolare allungata. Le strutture in opera quadrata corrispondono alla fase più antica, mentre, ad un momento successivo, si ascrivono il completato del muro di contenimento tramite una struttura ad "L" in incerto e la monumentalizzazione della fonte tramite la creazione della vasca e di un sistema di canalizzazione. Il santuario documenta diverse fasi costruttive a partire dal III sec. a.C. fino alla seconda metà del I sec. d.C. quando sarebbe stato volontariamente abbandonato. Gli interventi che seguirono sembrano relativi esclusivamente all’uso della fonte, la cui manutenzione comportò la costruzione di strutture sussidiarie con materiale lapideo di reimpiego. È verosimilmente ascrivibile ad un’epoca successiva all’abbandono del santuario un piccolo nucleo funerario del quale sono state scavate sei tombe (poste nel settore sud-occidentale del sito, all’esterno della terrazza superiore, immediatamente a ridosso del muro antico di terrazzamento) tutte prive di corredo, in fossa terragna e copertura piana costituita da tegole allineate la cui datazione resta, in mancanza di corredo, chiaramente problematica per cui si è proposta dalla prima alla tarda età imperiale. L'attribuzione del complesso santuariale ad Ercole deriva dai numerosi reperti mobili ritrovati. Le modalità di deposizione dei bronzetti, tra cippi ed elementi lapidei che fungevano da margine, in un punto specifico della terrazza superiore ha indotto gli studiosi a parlare di "una dismissione accuratamente predisposta e finalizzata all’abbandono del santuario". L'ossario è senza dubbio riconducibile alle fasi post-classiche del sito, quando l'area e la fonte vengono connesse al culto Sant’Ippolito
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300300997
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
planimetria (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0