Rimane la parte inferiore di un elemento decorativo il cui fusto è ricoperto da foglie increspate molto aderenti con le punte svasate. Una serie di larghe solcature si dispone sulle foglie, separate al centro da una lunga nervatura più larga alla base, rastremata verso l’alto. Tra le foglie più grandi si innesta la sommità di una foglia lanceolata decorata da nervatura a rilievo. La base dell’elemento, di forma quadrata, presenta un’aquila ad ali spiegate con il becco semiaperto che sta per afferrare tra le zampe divaricate un serpente con la testa minacciosamente rivolta verso il rapace. Superiormente chiude la decorazione un collarino su cui è scolpito un motivo a treccia. Il motivo dell’aquila ad ali spiegate in lotta contro il serpente presente sulla base dell’elemento ha un valore simbolico, infatti il serpente rappresenta l’heros mentre l’aquila allude all’apoteosi. Presente più spesso in urne ed altari, il binomio aquila-serpente può trovarsi anche su rilievi ed anche in monumenti pubblici come l’arco dei Sergi a Pola (cfr. per le considerazioni sulla scena Micheli 1981, pp. 80-82, IV, 3). L’elemento decorativo in esame può probabilmente essere identificato come un fusto di acquasantiera, anche in considerazione della terminazione liscia della parte superiore che fa presupporre l'esistenza di un elemento analogo a schema ribaltato. Un esempio di fusto di acquasantiera con simile decorazione proviene dalla Toscana, Firenze ed è conservato nel Museo di San Marco. La datazione alla seconda metà del XV secolo (cfr. scheda OA n. 0900282522) in relazione al simile trattamento del fusto, può essere estesa anche al supporto di Villa Sordi