busto/ maschile (loricato)

Roma, SECOLI/ II

La porzione di busto che si è conservata, tagliato sotto i pettorali, è relativa alla parte destra; si evidenzia la corazza dotata di uno apertura rettangolare con doppia profilatura e lo spallaccio, stretto e lungo con terminazione a L, legato alla corazza da un nodo a fiocco. Una fila di pteryges semicircolari di cuoio dovevano rinforzare la protezione della spalla, mentre l’attaccatura delle braccia è difesa da strisce dello stesso materiale frangiate. Il busto, ottenuto con due materiali diversi, appare insolito per l’uso del marmo colorato, in questo caso il giallo antico. A titolo di esempio si può citare un busto di età antoniniano-severiana su cui fu inserito un ritratto di Macrino (cfr. A. Avagliano, in L’età dell’angoscia, Roma 2015, 8, p. 343, I, 22). Il busto si può ascrivere al II secolo d.C. in base all’adozione della forma dell’accollatura rettangolare (cfr. un torso loricato acefalo del Museo Nazionale Romano: Nista 1982, pp. 123-124, V. 9), per la presenza degli elementi semicircolari di cuoio sulla spalla (cfr. un busto di Marco Aurelio al Museo di Tolosa: WEGNER 1979, p. 176) ed anche in relazione all’uso del giallo antico in ambito privato (a titolo di esempio per un torso loricato da Iruña in marmo colorato Matteo Cadario ipotizza un contesto domestico e la possibile rappresentazione di una divinità militare: Cadario 2004, p. 398. Tav. LVIII, 5). Sicuramente di grande interesse notare la presenza di altri quattro frammenti di busti loricati nella collezione di Villa Sordi

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