Il frammento conserva parte di un busto maschile loricato, in particolare la spalla sinistra e l’inizio del braccio corrispondente. La corazza indossata dall’ignoto personaggio doveva essere del tipo a doppia valva poiché sulle spalle appare, elegantemente sagomata coronata da palmetta, una delle due cerniere che insieme a quelle sui fianchi chiudevano l’armatura. Una chiusura simile presenta la statua loricata del Teatro di Luni attribuita ad età augustea o anche, secondo altri studiosi di età tardo-repubblicana (cfr. Mannino 1999, p. 6; Cadario 2004,pp. 117-120). Sotto la corazza l’uomo doveva indossare la tunica, talvolta anche manicata, a cui si può attribuire il panneggio che copre la parte superiore del braccio (cfr. M. Cadario, op. cit., p.15: nella Roma tardorepubblicana il tipo del loricato era comunque impiegato da tempo per raffigurare divinità ed eroi, per i quali si conosce l’adozione sia del corsetto ‘ellenistico’ sia della corazza senza pteryges, indossata direttamente sopra la tunica svolazzante). La soluzione della cerniera sulla spalla rende questo esiguo frammento confrontabile con la statua loricata lunense attribuita alla fase proto imperiale del Grande Tempio che sarebbe stato poi conservata, non necessariamente nella collocazione originaria, anche durante le ristrutturazioni successive all’età augustea. Sicuramente di grande interesse notare la presenza di altri quattro frammenti di busti loricati nella collezione di Villa Sordi