sarcofago/ coperchio (alzata)

Roma, SECOLI/ IV

Sulla lastra, sopra un piano d’appoggio liscio è posta una figura maschile semisdraiata sul fianco destro con la testa collocata sul lato sinistro del rilievo. Il personaggio ha i capelli lisci scriminati al centro, con le ciocche che giungono fino all’attacco delle spalle. Il viso, dall’alta fronte, con gli occhi leggermente infossati, è caratterizzato da folti baffi piatti e corta barba. Indossa la tunica lunga del filosofo che gli copre anche le gambe e un mantello arrotolato intorno ai fianchi. Il braccio destro è piegato con il gomito appoggiato sul piano del rilievo, mentre il sinistro è sollevato e sorregge un oggetto poco definito, forse una maschera teatrale. Per le dimensioni il rilievo potrebbe essere attribuito all’alzata di un coperchio di sarcofago, in particolare per il tipo di raffigurazione si potrebbe pensare ad un coperchio la cui alzata sia stata popolata da figure di filosofi o poeti cui farebbe propendere anche la probabile maschera teatrale sorretta nella mano sinistra del nostro personaggio. Figure maschili barbate e semisdraiate, filosofi con discepoli, disposti a coppie con al centro una capsa di rotoli su cui è appoggiato uno stilo scrittorio, decorano il sarcofago delle Muse conservato ad Ostia sulla cui cassa si trovano le nove Muse alla presenza di Apollo e Atena (cfr. Germoni 2010, pp. 84-91) datato nei decenni finali del II secolo d.C. Del resto anche su altri sarcofagi come il c.d. Mattei con Muse datato alla fine del III secolo d.C., conservato nel Museo Nazionale Romano, questa connessione tra filosofi e Muse viene espressa attraverso la disputa tra i filosofi barbati avvolti nel pallium e le Muse poste nelle nicchie accanto (cfr. Micheli Roma 1985, pp. 51-57). La presenza della maschera teatrale lascia immaginare una correlazione tra la figura visibile sul frammento e la poesia ed il teatro rappresentate dalle Muse (cfr. la Musa Talia e la Musa Melpomene nei sarcofagi appena citati). In un dittico in avorio conservato al Museo del Louvre (cfr. Centanni 2006, p. 156, fig. 4) del V secolo d.C., Muse e poeti che da esse traggono ispirazione, sono inseriti in una composizione omogenea e raffigurati seduti, questi ultimi per trattamento delle vesti e della barba molto simili alla figura nel frammento. L’assenza del trapano ed il resa dei particolari delle vesti e della barba potrebbero, pur considerando la corrosione del frammento, indicare una datazione almeno nel IV secolo d.C. quando ancora le aspirazioni dell’élite politica individuavano nelle arti un valore in grado di allontanare l’uomo dagli affanni quotidiani e di garantire con la meditazione e la poesia, la salvezza ultraterrena

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