vasca
Si tratta di una vasca profonda attribuibile ad una piccola fontana di forma oblunga. La vaschetta presenta solo la parte frontale accuratamente modanata, mentre per il resto, e solo esternamente, mostra ancora il blocco originario. All’interno il bacino circolare è levigato e dotato di un foro tondeggiante praticato per il defluire dell’acqua nella zona inferiore. Tale differenza di lavorazione si deve attribuire probabilmente alla collocazione dell’oggetto, probabilmente in una nicchia dove la piccola vasca poteva essere inserita nella parete di fondo (così ad esempio anche in una piccola vasca del Museo Nazionale Romano cfr. A. Manodori, in MNR, I, 3, Roma 1982, p. 189). Il collo della vasca presenta un dentello dritto continuo impostato sull’orlo diviso da una risega dal bordo arrotondato rivolto verso l’esterno separato da una scozia dalla parete tondeggiante fortemente rastremata verso il basso dove presenta un cavetto con sottostante alto anello che forse si inseriva probabilmente in un supporto. Questo tipo di manufatto, probabilmente attribuibile alla decorazione di un giardino, si può datare, per quanto sopra accennato in relazione al tipo di marmo, alla fine del II secolo d.C
- OGGETTO vasca
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MATERIA E TECNICA
MARMO AFRICANO
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MISURE
Diametro: 46 cm
Altezza: 50 cm
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Villa Sordi
- INDIRIZZO Via Druso, 45, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il marmo africano, una breccia costituita da frammenti di varia forma e dimensione inseriti in un cemento scuro (cfr. R. Gnoli, Marmo Romana, Roma 1988, II ed. , pp. 147-151) fu uno dei più noti e familiari in epoca romana, denominato in tal modo per le sue caratteristiche. Introdotto a Roma durante il regno di Augusto, continuò ad essere usato per tutto l’impero fino agli Antonini, dopo i quali il numero e la quantità dei pezzi importati cominciarono a diminuire. Si deve sottolineare, tuttavia, che la quantità dei blocchi accumulati era tale che anche in epoca successiva non doveva essere difficile reperirlo sul mercato (cfr. Gnoli, op. cit. nota 3 a p. 148). Appositamente per le vasche fu utilizzata una varietà grigia cristallina (un vero e proprio bigio morato), con venature e macchie più scure, rosso sangue, la cui estrazione iniziò a partire dalla fine del II secolo d.C. (cfr. L. Lazzarini, Rocce sedimentarie. Africano, marmor Luculleum, in I marmi colorati della Roma imperiale, Venezia 2002, pp. 250-251). Questo tipo di manufatto, probabilmente attribuibile alla decorazione di un giardino, si può datare, per quanto sopra accennato in relazione al tipo di marmo, alla fine del II secolo d.C
- TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201363800
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0