statua/ arto superiore destro

Ercole in riposo, Roma, SECOLI/ ARCHI DI SECOLI/ II-III d.C metà/ inizio

Il braccio destro, di dimensioni notevoli, conserva parte del braccio e l’avambraccio terminante piegati ad angolo con la mano che sorregge tre pomi. Le dita che stringono i frutti hanno unghie ben rese sottolineate da un solco regolare lungo il perimetro mentre la muscolatura dell’arto, forse anche in relazione al cattivo stato di conservazione, non è messa in risalto conferendo alla scultura un aspetto molle. L’arto probabilmente doveva appartenere ad una statua di Ercole in riposo, di dimensioni maggiori del vero anche per la presenza dei tre pomi sorretti dalla mano che induce a pensare ai pomi delle Esperidi conquistati in seguito all’ultima fatica dell’eroe. L’Ercole in riposo, opera attribuita al grande Lisippo e trattata dallo scultore in più redazioni successive individuate dalla critica (il tipo Argo, il tipo Anticitera-Sulmona, il tipo Farnese-Pitti), ebbe grande fortuna nel mondo romano. L’eroe stante, appoggiato alla clava coperta dalla leontè con il braccio sinistro, portava il destro sul retro con la mano ben stretta intorno ai pomi delle Esperidi. In tal modo Lisippo andava a racchiudere in quest’opera la prima e l’ultima delle grandi fatiche di Ercole e l’opera assumeva caratteristiche tridimensionali grazie al diverso orientamento degli elementi principali studiati in modo tale da far apprezzare la statua da tutti i punti di vista (per un’analisi dell’opera di Lisippo e per l’esame delle differenza tra i vari tipi suddetti cfr. il volume Lisippo, l’arte e la fortuna, a cura di P. Moreno e S. Ensoli, Monza 1995). Data la limitatezza del frammento non è possibile attribuire l’opera ad uno dei tipi individuati dalla critica ma, si può osservare anche in relazione al vicino ritrovamento nella villa degli Aradii del complesso di sculture destinate al culto domestico di Iside, che Ercole rientrava tra le divinità e i personaggi associati alla dea. Ercole, identificato con Arpocrate era venerato nei santuari isiaci, qui nella domus degli Aradii era già richiamato dalla statuetta di fanciullo con coccodrillo riprodotto alla maniera di Ercole con il leone (cfr. D. Candilio, L’arredo scultoreo e decorativo della domus degli Aradii, MonAntLincei, v. X, 2005)

  • OGGETTO statua/ arto superiore destro
  • MATERIA E TECNICA MARMO BIANCO
  • MISURE Lunghezza: 70 cm
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Villa Sordi
  • INDIRIZZO Via Druso, 45, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il frammento che manifesta una certa mancanza di cura, potrebbe essere appartenuto ad una replica dell’Ercole in riposo concepita soprattutto per esaltare una visione frontale ad esempio collocandola in una nicchia. La datazione del frammento per il tipo di lavorazione può essere ascritta al periodo antoniniano; in questo periodo, soprattutto piccole repliche dell’Ercole in riposo furono utilizzate per piccoli larari, giardini di ville, fontane, ecc. (cfr. una statuetta da Ostia, Caseggiato dell’Ercole: E.J. Shepherd, Statuetta di Ercole in riposo, in Lisippo, l’arte e la fortuna, a cura di P. Moreno e S. Ensoli, Monza 1995, p. 108)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201363795
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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