tumulo Campana (tomba a camera, area ad uso funerario)

Cerveteri, ca 650 a.C - ca 600 a.C

il tumulo entro cui è intagliata la tomba fu scoperta alla metà dell'800 nel corso degli scavi di Giampietro Campana, ed è la più antica. Essa consta di un corridoio scoperto in fondo al quale si aprono una camera centrale (m 10X15) e due laterali, simmetriche (m 7,5X4). Grande cura è posta nell' intaglio degli elementi architettonici, i letti e gli arredi. Le porte che immettono nelle camere sono arcuate, con una risega lungo tutto il profilo, che doveva servire come battente per i lastroni di chiusura. La camera laterale a destra presenta una bassa banchina nella quale era compreso nella parete di fondo un letto con le zampe rilevate: la camera laterale sinistra, sfondata in un angolo dal sepolcro più recente, presenta dietro al letto una banchina sulla quale sono disposti, realizzati a tutto tondo, tre "cesti" che simboleggiano forse i contenitori per le offerte; il soffitto piano è realizzato a travicelli equidistanti che si appoggiano a un architrave perpendicolare, sovrastante il letto di fondo. La camera centrale è fornita nelle pareti laterali di due coppie di paraste equidistanti scanalate, ambedue immaginate a sostenere altrettante capriate del tetto, diviso in tre parti. Nella prima il soffitto presenta travicelli radiali, disposti a semicerchio attorno a un disco, quasi da suggerire aspetto di un abside; nelle altre invece i soffitti sono a semplice spiovente rispetto a un trave centrale. Ai due angoli del primo ambiente si trovano a sinistra un cesto, a destra un altare parallelepipedo, che imita forse una struttura a tavole lignee: sul piano dell'alta mensa sono indicate tre piccole cavità equidistanti tipiche degli altari arcaici, cosiddette "a cuppelle"; dietro di essa, sul muro, a bassissimo rilievo, viene imitata una sorta di rastrelliera con gli angoli superiori terminanti a gancio. La parete di fondo era occupata da due letti laterali, distrutti, e da una banchina orizzontale di deposizione, con un doppio ripiano, che correva lungo tutta la parete destinata ad accogliere il cospicuo corredo funerario, interamente perduto

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