Sacerdotessa di Iside (statua)

Sacerdotessa di Iside, Roma, SECOLI/ II

La statuetta si presenta stante sulla gamba sinistra, mentre flette leggermente la destra. Veste un lungo chitone, cinto alla vita, al di sopra porta un lungo mantello, annodato sotto il petto dove forma il tipico nodo isiaco, che copre buona parte delle gambe. Le braccia sono levate per sorreggere un oggetto, probabilmente un oggetto musicale, forse un doppio flauto, di cui rimangono tracce delle due canne vicino alla bocca. La testa è coperta dal velo e rivolta leggermente verso destra. La pettinatura è spartita al centro in due bande laterali soffici e rigonfie che lasciano parzialmente scoperte le orecchie. Il volto è carnoso. La statuetta è una sacerdotessa di Iside. Il tipo iconografico con nodo isiaco dal quale dipende la scultura del Museo Nazionale Romano è una elaborazione greca di età ellenistica realizzata in Alessandria, sulla quale ha influito la moda della tarda età egiziana (V. TranTam Thin, in ANRW,17, 2, 1981, p. 1723, nota 53, ivi prec. bibl.). Il Tran Tam Thin (Ibid., pp.1726-1727; Id., Le culte des divinites orientales en Campanie, Leiden, 1972, pp. 30-32) distingue, sulla base della forma del nodo, tra raffigurazioni di sacerdotesse isiache e statue propriamente di Iside. Infatti le prime, come nel caso della statuetta in esame, hanno un nodo formato dall'incrocio delle due estremità del mantello; le altre invece hanno il nodo fatto con una sola estremità. Secondo lo studioso (in ANRW, cit., pp. 1722-1724) il velo sulla testa è una romanizzazione del tipo ellenistico. E' opportuno ricordare che generalmente il velo è precipuo di Iside, mentre normalmente le sacerdotesse isiache avevano il capo scoperto (ID; Le culte, cit. pp. 32–34, p. 64, nota 2, p. 66, nota 1). Il tipo canonico della sacerdotessa isiaca si propone con sistro nella mano destra alzata e vaso, molto spesso una situla, nella sinistra. Tale schema è utilizzato anche per statue di Iside e si è formato tra la fine del I e l'inizio del II sec. d.C. Molto raro il tipo iconografico che ha come attributo uno strumento musicale. Il doppio flauto suonato dalla sacerdotessa del Museo Nazionale Romano fa riferimento forse alle feste isiache, durante le quali comparivano delle sacerdotesse musiciste o alle cerimonie quotidianamente celebrate ( V. Tran Tam Thin, Essai sur le culte d'Isis a Pompei, Paris, 1964, p. 96 sgg.). Queste sono raffigurate in un affresco ad Ercolano (Ibid., tav. XXIV) dove compaiono sacerdotesse che suonano il flauto, il timpano ed i sisitri. La statuetta del Museo Nazionale Romano è di fattura non troppo accurata e sbilanciata nelle proporzioni del corpo (la testa è, in proporzione, troppo grande rispetto alle spalle); si può genericamente datare in età romana imperiale

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA marmo lunense
  • MISURE Altezza: 66,5 cm
  • CLASSIFICAZIONE SCULTURA/STATUARIA
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Mattei di Giove
  • INDIRIZZO Via Michelangelo Caetani, 32, Roma (RM)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • SPECIFICHE DI REPERIMENTO Da via Tripoli, angolo via Nomentana, 1952
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200196071
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale Romano
  • ENTE SCHEDATORE Museo Nazionale Romano-Palazzo Altemps
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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