fregio/ decorativo

Roma, SECOLI/ ARCHI DI SECOLI/ I-II inizio/ fine

Il bene è identificabile, forse, senza però alcuna certezza, con l’acquisto fatto in data 19 Settembre 1615 da Asdrubale Mattei a “ms.o Stefano longo scarpellino per quattro pezzi di bassirilievo doi d’un epitafio, e doi di fogliami per adornare il mio cortile”. Il confronto del fregio con l’incisione del Piranesi (PIRANESI 1836, tav. XVII) che lo raffigura senza completamenti, farebbe ritenere «moderna» tutta l’estremità destra del rilievo, a partire dal centro dell’ultimo fiore di acanto, e la parte iniziale a sinistra, fino alla metà della prima palmetta. La cornice che riquadra il rilievo è senza dubbio moderna, benché inclusa dal Piranesi nella sua incisione. Oltre a questa, un disegno del XVIII secolo, conservato all’Albertina di Vienna, attribuito a I. I. Preisler, riproduce il rilievo con l’indicazione “Nel Palazzo Mattei” (H. EGGER 1935, n. 116, p. 39). Il fregio è composto da un susseguirsi di coppie di cornucopie specularmente appaiate e congiunte alla base, tra le quali nasce un fiore di acanto. Le cornucopie stesse, baccellate e decorate lungo l’orlo da una fila di perle, emergono da calici di foglie acantiformi, dalle cui terminazioni nasce una serie di nuovi, più sottili calici vegetali che vengono a formare un tralcio continuo lungo l’orlo inferiore del rilievo. Nei punti di incontro delle volute del tralcio, nascono palmette a nove petali, che vengono così a occupare lo spazio vuoto tra due successive coppie di cornucopie. Il rilievo conserverebbe due e mezzo ditali coppie. Dalle cornucopie emergono, al di sopra di una corolla di foglie e di spighe, melograni, pigne, ghiande, grappoli d’uva e altri frutti non facilmente riconoscibili

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