sarcofago/ coperchio a kline

Figura femminile giacente, Roma, SECOLI/ III seconda metà

Il piccolo coperchio, dai lati brevi arrotondati, doveva appartenere ad un sarcofago a lenos di bambino (su ciascuno dei lati brevi sono praticati due incavi destinati ad alloggiare le grappe di fissaggio alla cassa). In esso è sommariamente rappresentata la parte superiore di una kline, con sottile materasso e fulcra poco elevati, su cui è adagiata una figura infantile

  • OGGETTO sarcofago/ coperchio a kline
  • MISURE Profondità: 36 cm
    Altezza: 18 cm
    Lunghezza: 91 cm
  • CLASSIFICAZIONE ARREDI/ ARREDI FUNERARI/ SARCOFAGI
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Mattei di Giove
  • INDIRIZZO Via Michelangelo Caetani, 32, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo schema iconografico è abbastanza comune per questo tipo di coperchi e si inserisce in una lunga tradizione di monumenti funerari (cfr da ultimo Wrede 1977, p. 425: l'esemplare corrisponde al quarto schema della tipologia proposta dal Wrede). Il cesto di fiori rovesciato può interpretarsi nella simbologia funeraria come immagine della vita bruscamente interrotta al suo fiorire (cfr Cumont 1942, p. 400, nota 2), mentre la tartaruga, al pari di altri animali che cadono in letargo, potrà ritenersi, in questo contesto, simbolo di rigenerazione (cfr Cumont 1942, p. 408 s.; su altri aspetti cfr Settis 1966, p. 173 ss.). La mancanza del ritratto rende più difficile la cronologia di questo coperchio. I lati arrotondati (e quindi la pertinenza ad un piccolo sarcofago a lenos), la presenza del cesto rovesciato su due coperchi dello stesso tipo (benché diversa sia la posa della figura distesa), uno del Museo ex-Lateranense (Benndorf-Schoene 1867, p. 361, n. 503; Cumont 1942, p. 400, nota 1, tav. XLII, 1; Sichtermann 1966, p. 43; per il ritratto vedi anche von Heintze 1959, p. 184, n. 28 e p. 186, tav. 52, 1), ed uno di Villa Doria Pamphilj (Calza 1977, p. 253 ss., n. 311), databili nella seconda metà del III secolo, sono però particolari indicativi. Una buona corrispondenza nella disposizione della figura si trova inoltre in un coperchio del Vaticano (Wegner 1966 p. 58, n. 139, tav. 59), datato agli inizi del terzo quarto del III secolo, in cui al fianco del fanciullo defunto compare un piccolo cane. Un analogo animaletto è ancora su un altro coperchio, scoperto nella catacomba giudaica di Monteverde (Cumont 1942, p. 497, nota 4, fig. 105), affine anche tipologicamente. Tutti questi elementi concorrono a indicare anche per questo coperchio una datazione nella seconda metà del III secolo. Provenienza ignota. Il pezzo è riconoscibile in un disegno della raccolta Dal Pozzo-Albani (Vermeule, in T.A.P.S. 1966, p. 36, fol. 36, n. 8547, fig. 135) ora a Windsor Castle, la cui attuale collocazione risultava ignota al Vermeule. E' grazie a tale disegno che è possibile ipotizzare che l'animaletto illeggibile, conservato all'altezza dei fianchi della figura, sia da intendersi come un cagnolino. Allo stesso modo la raffigurazione acefala della figura infantile ha fatto pensare che la testa-ritratto del fanciullo fosse lavorata a parte già in antico. Si è notato, infine, che le braccia sono rappresentate mutile, al pari dello stato di conservazione attuale, mentre il piede che sporge da sotto il mantello e la testa della tartaruga sono completi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200125682
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DATA DI COMPILAZIONE 1978
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2017
    2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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