Entro una nicchia rettangolare sono racchiusi i busti-ritratto di un uomo adulto e di una donna ancora giovane, lavorati ad altorilievo; il fondo presenta una lavorazione a piccoli colpi di scalpello. Il busto comprende solo una parte del torace, nudo, diversamente dagli altri rilievi funerari dello stesso genere, dove le figure appaiono tagliate in vita. La donna, che volge impercettibilmente la testa verso destra, é pettinata "all' Ottavia" con alcune varianti: la banda centrale dei capelli, arrotolata strettamente, ricade sulla fronte senza formare il caratteristico cuscinetto, mentre due lunghe ciocche, che partono dalla crocchia posteriore, ricadono morbide, lungo il collo, come nell'acconciatura di Megisthe, sul rilievo al MNR, inv. 841 (per l'analisi della acconciatura "all' Ottavia" e i suoi limiti cronologici cfr rilievo inv. 196630). L'uomo, che ha i capelli pettinati a calotta, molto corti, lavorati a piccoli colpi di scalpello, volge leggermente la testa verso sinistra. Il movimento, più evidente di quello della donna, é accompagnato da una leggera torsione del collo e delle spalle. I particolari fisionomici dei volti sono stati resi con notevole sensibilità, soprattutto quelli dell'uomo, dal volto magro e tormentato. Ha le sopracciglia contratte e tale movimento provoca il formarsi di una serie di piccole rughe sulla fronte e agli angoli degli occhi, descritte minuziosamente dallo scultore. Lo sguardo ha una notevole intensità. Le guance, incavate, lasciano intravvedere la struttura ossea sottostante e la pelle forma delle pieghe attorno alla bocca dalle labbra serrate. Anche sul petto la pelle aderisce lasciando trasparire tutte le sporgenze e le affossature delle ossa. Il volto della donna é più disteso ed é resa la carnosità delle guance, delle labbra e del mento con una piccola fossetta. La testa dell'uomo è molto simile stilisticamente e tipologicamente a quella di Protesilavo nel rilievo al MNR inv.841 e a quella dell'uomo nel rilievo a Villa Mattei, ora al MNR inv. 80728. Le notevoli affinità che legano questi tre rilievi lasciano supporre che provengano da una stessa bottega (cfr rilievo inv. 80728) e appartengono all'incirca allo stesso periodo degli anni 30 a.C.. La particolare tecnica usata nella lavorazione dei capelli dell'uomo é simile a quella del busto-ritratto, tenuto nella mano sinistra dal togato Barberini, ricavato da un esemplare del 20-15 a.C. (R. BIANCHI BANDINELLI, Roma, L'arte romana nel centro del potere, ed. 2, Milano 1976, p. 80, fig. 87, p. 81). La lettura dell'epigrafe, posta sul bordo superiore, rivela che i due personaggi raffigurati, Pinarius Anteros e Oppia Myrsine, sono due liberti greci, probabilmente sposi. Iscrizione latina sepolcrale che corre sulla cornice superiore di un rilievo funerario. 1) A(ulus): PINARIVS. A(uli). L(ibertus). ANTEROS OPPIA (mulieris). L(iberta). MYRSINE. alt. lett. c. 2,5. I due personaggi sono entrambi liberti come è chiaramente espresso nella formula di patronato: Anteros (cognome grecanico) è liberto di un tal A. Pinarius e Myrsine (cognome grecanico) è liberta di una tale Oppia (la formula di patronato di una donna che è ovviamente priva di prenome, è espressa con la "C" inversa, significante genericamente mulier). La datazione suggerita dall'analisi stilistica dei ritratti (in particolare dalla pettinatura all'Ottavia della donna): ultimo quarto del I sec. a.C., calza perfettamente con la paleografia dell'iscrizione e con la forma al nominativo dell'onomastica dei defunti