area ad uso funerario (tombe)

Rapagnano, PERIODIZZAZIONI/ Protostoria/ Eta' del Ferro

A San Tiburzio si hanno notizie del rinvenimento, nel 1881, "in un terreno in contrada S. Tiburzio, spettante alla cappellania Moscheni, colonizzato da un tal Michele Salvatori detto Jacomo", di diversi oggetti antichi:"Alla profondità di circa cent. 15 vennero prima a luce nel luogo sovraindicato frammenti di anfore, e vasi in terracotta, ed una larga patera del diametro di cent. 26, egualmente in terracotta ma grossolana; mentre i frammenti delle anfore, e dei vasi sono d'un impasto meglio levigato, e di cottura meglio perfetta. Poco più sotto un vaso di bronzo a largo corpo, e ciglio piano sporgente, del diametro di met. 0,34 sopra altezza di met. 0,20, insieme ad ossa umane, varie lancie, spade e picche di ferro. L'ossido ha guaste le armi, in buona parte consunte; ma in alcune ravvicinati i pezzi, si è trovato una lancia che misura in lunghezza met. 0,80, una picca lunga met. 0,42, ed uno stocco di met. 0,30. Approfondendo poi lo scavo per met. 1,40 si rinvenne un conservatissimo elmo di gregario, ed uno scudo, che nel centro presenta ad alto rilievo sculto un combattimento di fanti, e cavalieri. Meritano considerazioni gli elmi e le armi impugnate dai combattenti in questo rilievo, e la giacitura dei cavalieri, seduti sul dorso denudato dei cavalli. Al sottoscritto sembra, che tale rappresentanza possa richiamare l'attenzione degli archeologi, così che ha creduto bene di farne levare al naturale accuratissimo disegno, che si presenta con questa più che sommaria relazione, lasciando ad altri farne studio, e dettagliatamente descrivere. Da questo disegno risultano ancora alcune piccole borchie, che tenevano ferme le altre parti ornamentali di questo scudo, presso il quale si trovarono pure frammenti di altro scudo egualmente rilevato, ma di grandezza maggiore. Proseguendosi lo scavo, altri frammenti di vasi, di anfore, e di oggetti in bronzo ed in ferro si discoprirono, ma siccome di poca rilevanza, così il colono Salvatori si disanimò a proseguire, a fronte di sollecitazioni e premure dello scrivente. Merita peraltro una tale località di essere esplorata accuratamente, e d'intraprendere su di essa una piti regolare escavazioue. Tutti gli oggetti ivi diseppelliti, vennero acquistati dal sacerdote don Gabriele Filoni di Fermo ". La scoperta di armi in bronzo, tra cui un elmo bronzeo a colotta carenata, ogivale, con raffigurazione incisa di due cavalieri attorno ad un albero e due disci corazza, oggi conservati presso il Museo Archeologico delle Marche, risulta di notevole importanza storico-artistica. Il materiale pertinente alla sepoltura di uno o più guerrieri si data intorno al VI sec. a.C. Per quanto riguarda i dischi corazza, la figurazione, resa a sbalzo, presenta l'uno una scena di duello, l'altra due cavalieri ed un guerriero a terra. sull'originalità del primo disco si ha assoluta certezza, data la presenza di un sostegno di ferro e di borchie per il fissaggio delle cinghie, mentre sembra che il secondo disco sia una copia galvanoplastica eseguita nel 1914 di un originale disperso, ma forse non perduto. Nella stessa area, Dall’Osso, nel 1910, vi avrebbe scavato alcune sepolture picene, recuperando alcuni oggetti ornamentali di bronzo, due lance e una spada in ferro. Nell'archivio della Soprintendenza si conserva, inoltre, la documentazione circa la donazione al Museo, nel 1910, da parte della Signora Murani Maria, di oggetti in bronzo rinvenuti a Rapagnano: un'armilla, quattro frammenti di bottoni, otto frammenti di pendagli, frammenti di una collana e alcune fibule

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