Grotta dei Colombi - Isola Palmaria (insediamento)

Portovenere, PERIODIZZAZIONI/ ARCHI DI PERIODI/ Paleolitico; Età del Rame

La Grotta dei Colombi costituisce la cavità naturale più rilevante dell’isola Palmaria, non solo per dimensioni, ma anche per il materiale paleontologico che ha conservato. L’ingresso alla grotta si apre in una falesia di calcare dolomitico a picco sul mare, sulla costa occidentale dell’isola, ad un’altitudine di circa 32 m s.l.m. La cavità – articolata in una prima camera, lunga 11,5 m e larga 4,6 m, che conduce, attraverso uno stretto cunicolo, ad una seconda sala di maggiori dimensioni – è stata oggetto di ripetute indagini e campagne di scavo a partire dal 1869, anno della sua scoperta da parte di Giovanni Capellini. Le ricerche hanno accertato l’esistenza di due strati distinti, uno pleistocenico, da cui provengono resti di fauna continentale e industria litica in diaspro, e uno olocenico, cui vanno attribuiti un notevole gruppo di reperti ossei umani e corredi, datati alla fase iniziale dell’Età del Rame, che documentano l’utilizzo sepolcrale della cavità. I resti scheletrici appartengono complessivamente a oltre dieci individui e presentano caratteristiche diffuse tra gli scheletri dell’età dei metalli, come il cranio brachiforme. I materiali associati alle sepolture sono rappresentati da frammenti ceramici, anche decorati a spazzola, e soprattutto da ornamenti, tra cui numerosi dentalium e altre conchiglie forate, un ago crinale in osso, una spatola, una perla biconica e un dischetto forato in calcare. Dall’isola Palmaria proviene inoltre un’accetta neolitica in pietra verde levigata, rinvenuta nell’area tra Capo dell’Isola e Punta di Dante, non lontano dal sito della Grotta dei Colombi (PAASAL PC111)

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