Chiesa di San Maurizio e Santa Iuliana (strutture per il culto edificio di culto ed annessi)

Ameglia, PERIODIZZAZIONI/ Storia/ Eta' medievale

In località S. Maurizio o Macerone, presso la frazione di Fiumaretta, si trova un sito pluristratificato, occupato stabilmente a partire dalla Tarda Età Repubblicana. La presenza di una villa maritima, in prossimità dell’attuale sinistra orografica del torrente Bettigna e presso la sua confluenza nel Fiume Magra, è stata accertata da ricognizioni di superficie e da prospezioni geomorfologiche, che hanno consentito di delinearne l’articolato sviluppo, identificando ambienti variamente distribuiti e probabili spazi scoperti. Il materiale prelevato in fase di survey ha suggerito una collocazione cronologica compresa tra il I secolo a.C. e quello successivo. La presenza di questo complesso residenziale, sorto in corrispondenza di una barra sabbiosa, in seguito cancellata dagli apporti detritici del Fiume Magra, conferma il carattere architettonicamente rilevante dell’ambito costiero lunense. Il sito pluristratificato è segnalato nella cartografia storica e nei documenti archivistici che lo ricordano per la presenza della chiesa di S. Maurizio, fondata nell'area della villa romana e i cui ruderi erano ancora visibili nel primo dopoguerra, come indicato dal toponimo Macerone, che ancora oggi identifica la località. In quest’area si sviluppò inoltre un importante approdo, che si sostituì tra l’età tardoantica e l’altomedioevo, per traffico di merci e di uomini, al portus Lunae ormai inutilizzabile per l’insabbiamento del suo ampio bacino. In un diploma imperiale del 1183 si fa riferimento alla ripam lunensis portus e al portus Amelie, alludendo evidentemente ai due approdi esistenti: quello di S. Maurizio, identificato con la ripa lunensis, e quello di Ameglia, presumibilmente identificabile con il toponimo “porto da Megia”, nell'insenatura “della Ferrara” tra Cafaggio e Bocca di Magra. La chiesa di S. Maurizio avrebbe sostituito la più antica basilica cimiteriale di S. Giuliana, ricordata tra le pertinenze dell’episcopato lunense nel diploma ottoniano del 963 in relazione ad un centro curtense: cortem de Porto cum ecclesia Sancte Juliane (Codice Pelavicino, n. 18). Sembra plausibile che il documento si riferisca al porto della Ripa, localizzato a occidente dell’area urbana di Luni, che sarà poi chiamato di S. Maurizio. L’edificio di culto dedicato a S. Maurizio, dipendente dall'abbazia di S. Venanzio di Ceparana, compare nelle fonti archivistiche a partire dal 1189, quando venne ceduto, per comune consenso dell’abate e del vescovo Pietro, all'ospedale pisano di S. Croce a Bocca d’Arno, istituzione che aveva il compito di assistere i naviganti. A latere doveva esistere una sorta di organizzazione per l’assistenza portuale dei marinai e dei pellegrini, come suggerisce il riferimento alla presenza di un ospedale connesso alla chiesa di S. Maurizio nello stesso atto di donazione. L’episcopato lunense, tuttavia, continuò a rappresentare l’ente maggiormente interessato alla gestione del complesso religioso e portuale di S. Maurizio, come attesta un corpus di documenti, datati tra la fine del XII secolo e il primo decennio del Duecento, raccolti nel Codice Pelavicino, che costituiva il Liber Iurium della diocesi di Luni. Nell'ultimo quarto del XIII secolo l’interesse del vescovo Enrico da Fucecchio nei confronti di quest’area è confermata dalla costruzione di un castrum, edificato de novo, a protezione dell’approdo e dalla promozione di un'inquisitio sui diritti di ripatico e pedaggio del porto di S. Maurizio. In concomitanza alle vicende politiche e ambientali che interessarono il territorio alla foce del Magra tra XIV e XV secolo si verificò il progressivo declino dell’area portuale di S. Maurizio, presumibilmente a seguito del costante impaludamento del litorale e del bacino della Seccagna. Alla metà del Quattrocento S. Maurizio viene ricordato come appellativo del torrente Bettigna, ad fossam Sancti Mauricii, configurandosi nel secolo successivo esclusivamente come riferimento toponomastico e termine di confine topografico. Nella carta redatta da Matteo Vinzoni nel 1753 per rappresentare l’area “della Marinella” sono chiaramente individuabili le vestigia della Chiesa di S. Maurizio, situate presso la sponda sinistra del Canale di S. Lazzaro, poi Bettigna, in corrispondenza della sua confluenza nel fiume Magra

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