ARMA DELLE ANIME (giacimento in cavità naturale frequentazione antropica)
Nel corso dello studio geologico furono recuperati numerosi reperti ceramici, resti umani ed animali, afferibili per lo più al Neolitico medio, ma frammisti a frammenti di epoca più recente; l'area del cunicolo di collegamento tra le due cavità, venne suddivisa in quattro zone nel tentativo di individuare una successione stratigrafica: il deposito però, benché conservato oltre un metro di profondità, non conservava alcuna sequenza riconoscibile. Nel corso di questa campagna di scavo fu possibile ricomporre in buona parte un grande orcio, con fondo piatto, pareti convesse e alto collo verticale, attribuito al Neolitico medio. L'usura riscontrata sugli strumenti, la presenza di scarti di lavorazione in selce e di ciottoli in pietra verde non lavorati, nonché il reperimento di un focolare piuttosto consistente convinsero il dott. Giuggiola di trovarsi davanti ad una frequentazione piuttosto duratura (Giuggiola, 1962). In seguito l'indagine si concentrò su tre diversi punti, ma solo nell'Arma Inferiore lo scavo venne approfondito. Nell Arma Superiore, invece, la ricerca si concentrò in un'unica trincea di 1X0,80 m, che restituì pochi reperti. Il terzo tentativo venne eseguito all'esterno, nella piazzola antistante l'Arma Superiore; si effettuò un saggio quadrangolare di 1 m circa di lato: interrotto a 0,50 m di profondità, esso restituì pochi frustuli di ceramica attribuibili all età del Ferro (Giuggio et alii, 1966). La ricerca di una stratigrafia apparve, già nel 1962, inefficace ai fini archeologici: i diversi orizzonti, benché chiaramente distinti da veli carboniosi, rappresentavano le varie fasi di dilavamento nell'antro, e non di occupazione umana (Giuggiola, 1962, p. 55), e restituirono pertanto reperti in posizione secondaria, classificabili solo su base tipologica (Giuggiola, 1962; Giuggiola et alii, 1966; Del Lucchese, Odetti, 1998). Lo strato IV, poco evidente all'ingresso della cavità ma spesso dai 15 ai 30 cm all'interno, fino ad un massimo di 50 cm nella buca del focolare, conservava lenti carboniose e veli di cenere ed era particolarmente ricco di reperti. In esso sono stati rinvenuti numerosi frammenti ceramici, fra cui orli con impressioni e cordoni; prevalgono le forme aperte. L'industria litica è rappresentata da 55 manufatti: notevoli una freccia a tranciante trasversale ed alcune lame di fattura molto accurata; restano da annoverare una lama su ossidiana, un frammento di macinello in arenaria ed un'accetta di colore verde chiaro a profilo isoscele. Presenti inoltre alcuni ornamenti su conchiglia. In un frammento di vaso sono stati rinvenuti resti di Ovis vel Capra (Giuggiola et alii, 1966). Lo strato III si pone in continuità con il soprastante strato II; entrambi hanno spessore variabile e sono piuttosto compatti. Poveri in reperti, hanno restituito scarsa industria litica, mentre la ceramica e l'industria su materie dure animali (osso e conchiglia) sono circoscritte allo strato II e non contano elementi diagnostici (Giuggiola et alii, 1966). Lo strato superficiale, il I, si presentava pulverulento ove non esclusivamente pietroso; in esso sono stati rinvenuti frammenti ceramici (Giuggiola et alii, 1966, p. 149), tre soli elementi in selce, fra cui una punta di freccia in diaspro, e quattro strumenti in osso (Giuggiola et alii, 1966). Numerosi oggetti provengono inoltre dalle zone di deflusso e di inghiottimento, localizzate presso l'accesso dell'ambiente superiore e all'imbocco più alto del cunicolo, dove il deposito si presentava particolarmente sconvolto (Giuggiola et alii, 1966)
- OGGETTO giacimento in cavità naturale frequentazione antropica
- AMBITO CULTURALE Cultura Vasi A Bocca Quadrata
- LOCALIZZAZIONE Finale Ligure (SV) - Liguria , ITALIA
- TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
- INTERPRETAZIONE Cavità naturale contenente evidenze archeologiche di frequentazione in giacitura secondaria, in strati di dilavamento
- SPECIFICHE DI REPERIMENTO La grotta venne localizzata ed esplorata nel 1958 dal Gruppo Ricerche della Sezione Finalese dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri. Nel 1961, nell'ambito di un accurato rilevamento geologico dell'area, furono registrate le reali dimensioni e condizioni della grotta da parte degli studenti di geologia; durante le operazioni di pulizia del cunicolo, totalmente ostruito, che collegava due ambienti contigui della cavità furono rinvenuti materiali archeologici neela terra rimossa (Giuggiola et alii, 1966). Nel corso dello studio geologico furono recuperati numerosi reperti ceramici afferibili per lo più al Neolitico medio, ma frammisti a frammenti eterogenei. Lo scavo vero e proprio cominciò nel maggio del 1962
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700309304
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia della Liguria
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0