CAPITOLIUM di Luni (edificio di culto)

Ortonovo, post 177 a.C - ante V d.C

Il tempio, tradizionalmente dedicato alla triade Giove, Giunone e Minerva, ha l'accesso dal Decumano Massimo. Della struttura rimangono oggi solo le imponenti sostruzioni del podio, il basamento rivestito con blocchi squadrati di panchina, levigati con malta di cocciopesto e stuccati con intonaco a base di polvere di marmo; la sua altezza si suppone fosse di 2,10-2,20 metri. Sulla base di testimonianze coeve, si ipotizza che il tempio avesse un pronao a doppio colonnato di quattro colonne e tre celle, dedicate alle tre divinità. Al momento della sua costruzione, avvenuta poco dopo la fondazione della colonia, la copertura dell’edificio presenta architravi e doppio spiovente in legno protetti da lastre fittili. La parte superiore del timpano è decorata da una sima strigilata, costituita da una lastra traforata in terracotta. Molti esemplari di questi elementi sono stati trovati nella fossa del Fulgur, il luogo in cui si seppellisce il materiale architettonico di un tempio allorché questo viene colpito da un fulmine (consecratio). Tale ripostiglio sacro è contrassegnato da una lastra di marmo con iscrizione, mentre una lamina di bronzo registra i nomi dei duoviri che hanno appaltato e collaudato il rifacimento del tempio. I due documenti sono ora esposti nella Sezione Epigrafica del museo di Luni. Tra la fine del II e l’inizio del I sec. a.C. il tempio viene ristrutturato seguendo schemi architettonici ellenistici. Di questa fase rimane oggi il braccio settentrionale del portico a tre navate che lo circonda su tre lati. Sono visibili alcune basi in muratura ed i resti di basi in marmo destinate a sorreggere statue in onore di notabili ed imperatori. Elementi di questo momento architettonico sono esposti nella sezione dedicata al Capitolium. In epoca giulio-claudia si attua un’ulteriore ridefinizione dell’edificio: fra il tempio ed il portico si costruisce un bacino fontana, con vasca e spallette dei bracci laterali interamente rivestiti in marmo; alle due estremità del bacino si trovano nicchie con fontane. Nello stesso periodo sono edificate due sacelli affacciati sul Decumano Massimo

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