In località Saline, a sud-ovest del complesso denominato Cà Venezze, per la realizzazione di un metanodotto sono stati eseguiti dei sondaggi preliminari che hanno fornito delle importanti evidenze che permettono di individuare un'ampia area interessata da frequentazioni antropiche in età pre-protostorica. In particolare nel sondaggio denominato S7, al di sotto di una spessa coltre alluvionale ad una profondità di circa -1,57 m dal p.c., è stata individuata una superficie che presenta evidenti tracce di antropizzazione con piccoli frammenti ceramici e radi frustoli carboniosi caoticamente distribuiti sul piano messo in luce. Il sondaggio S6 ha permesso di verificare la presenza di una stratificazione di accumuli antropici antichi collocabili nell'ambito dell'età del Bronzo e riferibili ad una “tipica” sequenza di abitato che trova similitudini in altri siti coevi nella pianura padana. Nell'ambito di questa sequenza sono state identificate almeno tre fasi stratigrafiche: sul suolo sviluppatosi nell'interfaccia superiore del substrato alluvionale si rinvengono le tracce delle attività legate alla prima frequentazione del sito che vedono il disboscamento dello stesso (forse con il metodo del “taglia e brucia”) per far spazio all'insediamento. Su questa superficie, in seguito alle attività antropiche, si sviluppa un primo accrescimento in situ che marca una fase di intensa attività che vede la realizzazione di probabili strutture lignee e lo scavo di alcune fosse. In un secondo momento viene realizzata una sistemazione dell'area con il riporto di uno spesso strato di terriccio antropizzato proveniente dall'interno del sito. Su questo livello si svolge una nuova fase di attività che ha lasciato come tracce alcune probabili buche di palo, un'ampia fossa e vari scarichi/stesure di materiali (soprattutto cocci e concotti). La terza fase della sequenza è costituta da un ulteriore episodio di accumulo di terriccio antropizzato che oblitera tutte le evidenze precedenti. Esso rappresenta l'ultima traccia di una attività antropica antica marcando il momento di abbandono del sito. Sull'interfaccia superiore di questo accumulo, infatti, non si hanno altri indizi di frequentazione antropica mentre si attivano una serie di processi pedogenetici e di alterazione che portano alla formazione di un suolo debolmente espresso. Gli episodi successivi, che portano alla completa copertura della sequenza, sono da inquadrare tutti nell'ambito di una sedimentazione naturale di facies stagnale prima e marcatamente alluvionale poi. La ripresa di una frequentazione antropica al di sopra di questo deposito si ha solo in epoca romana quando vengono realizzate due profonde canalette artificiali, l'una perpendicolare all'altra, riferibili alla sistemazione agraria che in quel momento interessa tutta l'area. All'interno dello scavo è stato individuato il punto di intersezione tra le due canalette e il loro orientamento risulta compatibile con le tracce della centuriazione romana che sono state riconosciute in questa zona. A questo periodo va anche ascritta la grande quantità di materiali rinvenuti in superficie presso il complesso di Ca' Venezze e che hanno fatto ipotizzare la presenza di una villa rustica di età romana. I livelli di frequentazione di età romana erano molto superficiali e perciò sono stati in gran parte incisi dalle attività agricole che hanno interessato estensivamente tutta l'area