sarcofago

Gaio Valerio Petroniano in vita e in morte, Milano, post 290 - ante 290

Sarcofago di forma parallelepipeda, privo di coperchio, scolpito ad altorilievo sulle due facce laterali e su una delle due facce maggiori. Tutti e tre i lati sono profilati da lesene con fusto liscio e capitello fogliaceo. Sulle quattro raffigurazioni di Gaio Valerio Petroniano era inciso il soprannome EUDROMI, su quella di Gaio Valerio Eutichiano è intuibile il soprannome CONSTANTI. La scritta D. XIIII sul frontone del timpano del lato maggiore è moderna, e rimanda a quella perduta

  • OGGETTO sarcofago
  • MISURE Profondità: 116 cm
    Altezza: 107 cm
    Larghezza: 230 cm
  • CLASSIFICAZIONE Scultura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Milanese
  • LOCALIZZAZIONE Civico Museo Archeologico
  • INDIRIZZO Corso Magenta, 56, Milano (MI)
  • SPECIFICHE DI LOCALIZZAZIONE chiostrino d’ingresso, lato destro
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il sarcofago è scolpito su tre lati, mentre il secondo lungo è grezzo. Sul fonte principale, campito in tre edicole secondo la tipologia cisalpina a tabernacolo (un arco, un timpano, un arco), con colonne lisce e capitelli composito. L’edicola centrale è oggi abrasa ma l’iscrizione è riportata dalle fonti (cfr. supra), e da essa apprendiamo che il titolare del sarcofago è il giovane Gaio Valerio Petroniano, effigiato a figura in piedi stante nelle edicole laterali: a sinistra palliato, a destra togato a significare le prime tappe del suo cursus. Sul lato sinistro il defunto è rappresentato su kline, con inmano una corona funebre e un volumen socchiuso, mentre un servo in piedi gli porge (o sta per leggergli?) un altro volumen nel suo contenitore. Sul lato destro il defunto sta sostenendo una causa giuridica, nel corso di una legatio peregrina, davanti ad un magistrato seduto in tribunal; il giovane è assistito dal padre, barbuto, in abito da viaggio (tunica e paenula), che gli pone la mano sulla spalla. Il sarcofago (di probabile provenienza dalla necropoli di Porta Orientale) è stato datato dalla Rossi intorno al 320, per analogie con il sarcofago di Sant’Elpidio a Mare; ma faccio rilevare i contatti con quelli di Sosia Herennia e Sosius Felicinaus nonché di Appeiena Philumene e Publius Titius Sabinus oggi entrambi nel Lapidario Estense di Modena con datazione alla seconda metà del III secolo (schede di N. Giordani e M. Ricci in Il Museo Lapidario Estense. Catalogo generale, a cura di N. Giordani e G. Paolozzi Strozzi, Padova 2005, F Ovest 64, pp. 177-179 e F Est 122, pp. 183-185). Pensare ad una sistemazione nell’età di Massimiano Erculeo (286-305) mi sembra possibile. Più vaghi ma non assenti i legami con il Sarcofago di Lambrate, oggi al Castello Sforzesco (M. Mirabella Roberti, Milano romana, Milano 1984, p. 199), mentre mi paiono laschi quelli col Sarcofago di Sant’Aquilino. Nel caso in esame, l’effigiato è un giovane morto in età prematura, ricordato dal padre per le prime, brillanti tappe di un cursus promettente; il che fornice preziosi dettagli tipologici su oggetti e gestualità della vita privata e pubblica. Sono stati rilevati (Rossi 1990) gli apporti grecizzanti e la dialettica fra vita attiva e vita contemplativa: penso però che l’enfasi sia sulla preparazione intellettuale vasta del patronus (il grande tema del De oratore ciceroniano). Forse dal IV secolo, il sarcofago venne adoperato come sepolcro del vescovo Dionigi nella sua basilica, forse in alternanza con la vasca in porfido dalle Terme Erculee (cfr. scheda 4). Nel 1783 venne acquisito dal conte Alfonso Castiglioni, rimanendo probabilmente nel palazzo milanese di famiglia (anche se è possibile l’ipotesi alternativa del trasporto nella collezione archeologica familiare a Castiglione Olona) fino alla donazione a fine Ottocento nelle Civiche Raccolte Archeologiche, prima nel palazzo di Brera, poi nel Castello Sforzesco, infine nel Civico Museo Archeologico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303268563
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI facciata frontale - L’iscrizione maggiore fontale è abrasa (leggibile l’introduttivo D(is) M(anibus) sopra il timpano centrale), ma nota dalle fonti a partire da Ciriaco de’ Pizzicolli d’Ancona: C(ai) VALERI / PETRONIANI / DECUR(ionis) PONTIFIC(icis) SACERD(otis) IUVEN(um) MED(iolanensium) CAUSIDIC(i) / QUIN(quies) GRATUIT(o) LEGATION(ibus) URBIC(is) / ET PEREGRIN(is) PRO RE P(ublica) SUA FUNCT(i) / VIXIT ANN(is) XXIII MENS(ibus) VIIII DIEBUS XIIII / CAIUS VALERIUS EUTYCHIANUS / VIVIR AUG(ustalis) PATER FIL(io) INCOMPAR(abili) ET SIBI - capitale - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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