Santa Tecla (basilica, strutture per il culto)
Basilica intitolata al Salvatore e poi, dal VIII sec., a Santa Tecla. La basilica fu edificata non prima della fine dell’età ambrosiana, come indica il recente riconoscimento del contesto di provenienza di alcune monete rinvenute in occasione degli scavi degli anni Sessanta. La basilica venne scavata nel 1943 dal De Capitani D'Arzago in occasione della costruzione di un rifugio antiaereo (zona absidale fino al presbiterio e lungo il lato meridionale) e nel 1961 dal Mirabella Roberti in occasione degli scavi della linea 1 della metropolitana. I resti, ad eccezione della fascia absidale, sono stati demoliti. La prima basilica è articolata in cinque navate con transetto chiuso da un'abside, con sviluppo E/SE-W/NW. Si sviluppa per una lunghezza di 67,7m e una larghezza di 45,3m. L'abside, ampia come la navata centrale, è profonda solo 8,5m. Fondazioni in conglomerato di ciottoli, conservato solo qualche tratto di alzato. Del muro perimetrale nord non si è conservata traccia, probabilmente demolito nella costruzione del Coperto dei Figini che vi si era installato sopra. E' emerso quasi completamente il muro perimetrale sud, mentre la facciata originaria è stata inglobata o sostituita da quella romanica. Lacerti di pavimento in cocciopesto messi in luce a più riprese documentano che in questa prima fase la quota pavimentale era a -2,85m dal piano del sagrato moderno, mentre nel settore presbiteriale il pavimento era in lastre di marmo e più alto circa di 27 cm. Dopo l'invasione di Attila nel 452 d.C., che recò gravi danni alla struttura della chiesa, si avviarono imponenti lavori di ristrutturazione. Venne ricostruita l'abside, edificata all'esterno della prima e quindi più profonda, vennero aggiunti vani di servizio pavimentati a mosaico e il presbiterio assunse un nuovo aspetto liturgico. Il ripristino dell'edificio è completato da una ricca pavimentazione in opus sectile di piccolo modulo. I lavori vennero avviati dal vescovo Eusebio e continuati dai suoi successori. I ripetuti restauri del pavimento in opus sectile testimoniano che rimase in uso per lungo tempo. L'ultima fase di interventi edilizi nella chiesa risale ad epoca romanica, dopo il 1075, quando un grave incendio sconvolse il complesso episcopale. L'abside venne rinforzata esternamente e furono aggiunte due absidiole, il sistema di fondazione fu totalmente reimpostato e venne ricostruita la facciata, dotata di possenti contrafforti all’esterno. Ormai pericolante, fu demolita, su decreto, nel 1458, del vescovo Carlo da Forlì, per dare spazio alla fabbrica del Duomo di Milano, che divenne la nuova cattedrale di Milano. Nel 1461, lo stesso vescovo Carlo Nardini da Forlì si preoccupò della solenne traslazione nella nuova cattedrale della reliquia del Santo Chiodo della crocifissione di Cristo, fino ad allora conservata in Santa Tecla. Fino alla sistemazione ottocentesca della piazza, tuttavia, le strutture delle navate settentrionali della basilica rimasero in uso nel portico detto Coperto dei Figini
- OGGETTO basilica
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CLASSIFICAZIONE
strutture per il culto
- LOCALIZZAZIONE Milano (MI) - Lombardia , ITALIA
- TIPOLOGIA SCHEDA Monumenti archeologici
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303253862
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia della Lombardia
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia della Lombardia
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0
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