RESTI DI EDIFICIO RURALE DI ETA' ROMANA (edificio)

Chieri, Eta' romana imperiale prima metà

Saggi effettuati in un terreno destinato a coltivo, su un'area di 50x40 m indiziata da numerosi ritrovamenti di superficie. L'approfondimento ha riguardato un lotto di 17x12 m, ampliato successivamente di 13 m. Gli strati archeologici sono emersi sotto 20-30 cm dal piano di campagna, ampiamente intaccati dalle arature, e riguardavano le fondazioni di una piccola costruzione rettangolare di 6,70x5,20 m, formata da muri spessi 55 cm, costituiti da materiale di recupero (piccoli ciottoli e frammenti di laterizi) legato da poca terra. Un piccolo saggio in profondità ha rivelato muri conservati al massimo per tre ricorsi di ciottoli. L'edificio è stato eretto in un'unica fase e ad uno stesso episodio si deve la sua demolizione. Nel muro W si apriva un accesso di 90 cm, mentre al centro dell'edificio vi era una struttura muraria a croce che doveva sorreggere la copertura, dividendo l'ambiente in quattro piccoli vani uguali. Ciascun braccio della croce misurava 1 m di lunghezza per 45 cm di spessore. Il carattere semplice ed esile della costruzione induce ad escludere un elevato in muratura, a favore di una copertura leggera, indiziata dal rinvenimento di frammenti di legno carbonizzato, e appoggiata come spiovente al pilastro centrale. Intorno all'edificio è stato riscontrato un consistente battuto di ciottolini, frammenti di laterizi e ceramica che suggerisce lo distruzione e lo spianamento, in antico, di altre strutture, e l'utilizzo di tutta l'area come cortile. Il materiale ceramico rinvenuto in concentrazioni (terra sigillata, ceramica grigia a pareti sottili, ceramica comune, anfore), data il tutto entro la fine del I sec. d.C. L'ampliamento del saggio oltre l'acciottolato ha dato esito negativo. La costruzione messa in luce ha un orientamento perfettamente coerente con le tracce di centuriazione rinvenute nell'agro di Chieri. Ulteriori verifiche effettuate nel 1996 solo in superficie, hanno rivelato concentrazioni di materiali, ma nessuna struttura di sorta. Recenti scavi in regione Fontaneto, in seguito a lavori di sistemazione idrogeologica del rio Vallero, hanno messo in luce una palificata in legno d'arginatura di età rinascimentale, in relazione ad un antico meandro del corso d'acqua. È possibile che opere di canalizzazione del torrente verso il rio Tepice, risalgano già all'età romana, come è stato ipotizzato sulla base del preciso allineamento del fiume con uno dei cardini della centuriazione

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