L’Umile Eroe. Il “caro muletto” di Pietro Canonica
Il 10 giugno 1970 Stefano Venturi, un bambino emiliano, scriveva al Sindaco di Roma: “Egregio Signor Sindaco, Deve scusarmi se La disturbo, ma vorrei togliermi una curiosità: è vero che a Roma c’è un monumento dedicato al mulo? Perché?”. La richiesta fu prontamente inoltrata dal Servizio Relazioni Pubbliche del comune di Roma alla professoressa Maria Assunta Riggio, vedova Canonica, ma non è stato possibile trovare la risposta che scrisse al curioso bambino. Proveremo ora, con qualche anno di ritardo, a raccontare in queste poche pagine la storia del mulo e del suo ritrattista, l’illustre scultore Pietro Canonica. Scudela era il più resistente e coraggioso dei muli di una batteria di montagna che combatteva sulle Alpi durante la Grande Guerra. Ogni giorno, per anni, portò sulla groppa il suo cannoncino per gli aspri sentieri di montagna, sotto la neve e sotto il fuoco nemico, fedele compagno del suo alpino, da cui era inseparabile e di cui sapeva comprendere al volo ogni gesto e ogni parola. Una mattina, durante un durissimo scontro, la batteria fu costretta alla ritirata e Scudela e la sua guida vennero dati per dispersi. Al calar della notte il mulo raggiunse il resto del reparto, ma senza il suo compagno, di cui restava solo il cappello con la penna nera. Decorato con medaglia d’oro al Valor Militare alla fine della guerra, nel 1923,2 a Biella, lo scultore Pietro Canonica lo ritrasse dal vivo per il monumento commemorativo della Grande Guerra della città: l’Umile Eroe.
L’animale fu colto nel dinamismo del passo, con il muso teso verso la mano della guida e le orecchie basse, in atteggiamento di tranquilla fiducia. Lo scultore ricreò con minuzia ogni minimo dettaglio, anche della bardatura, ricercando una immediatezza della raffigurazione tendente ad una vivida rappresentazione obiettiva del soggetto. L’inconsueto modello dovette colpire l’animo dello scultore e l’Umile Eroe divenne un’opera a lui cara. La replicò più volte, posizionandola nei luoghi a cui era più affezionato.
Nel 1926 l’Amministrazione Comunale di Roma stipulò una convenzione con lo scultore in base alla quale, in corrispettivo dell’uso gratuito della Fortezzuola di Villa Borghese, egli avrebbe fatto donazione di sue opere, destinate ad essere il primo nucleo di un museo a lui dedicato, da allestirsi in quella sede. Il museo, costituito da sette sale ricavate nell’ala a pianterreno dell’edificio, fu inaugurato nel 1961, mentre nel 1988, dopo la morte della vedova dello scultore, anche l’appartamento, situato al piano superiore, fu aperto al pubblico. Ad accogliere il visitatore, di fronte all’ingresso della Fortezzuola, troneggia, su una montagnola, il caro muletto. Donato da Canonica al Comune di Roma nel 1940, era stata modellato tre anni prima e si differenzia nelle bardature dal muletto di Biella. Ad esso lo scultore affiancò nel 1957 la figura dell’Alpino, modellata tra il 1950 e il 1955 da un gesso poi destinato al Forte di Exilles. Ma non è l’unica raffigurazione bronzea dell’ Umile Eroe conservata a Roma: un bozzetto in bronzo di dimensioni più esigue, esposto alla mostra delle attività artistiche di Pietro Canonica tenutasi al Teatro Massimo di Palermo nel 1954, fu donato alla “Famija Piemonteisa” di Roma dallo stesso Canonica, che ne faceva parte. Oggi il bozzetto fa parte di una collezione privata.
Archivi fotografici ICCD
l’Umile Eroe – 1923 Biella - cartolina
dal Catalogo
Un altro dei luoghi simbolo della biografia del Canonica è la lacustre Stresa. La costante frequentazione della città di Stresa da parte di Pietro Canonica ebbe inizio nell’estate del 1898, grazie ai rapporti stabiliti con casa Savoia e in particolare con Elisabetta di Sassonia, duchessa di Genova. Per la duchessa Canonica realizzò il ritratto destinato ad essere regalato alla figlia, la regina Margherita, moglie di Umberto I re d’Italia. Le pose per il ritratto furono eseguite nella villa della duchessa a Stresa, dove per ben diciassette anni Canonica fu ospite. La villa divenne per l’artista un porto sicuro di approdo nei ritagli di tempo di una vita segnata da attività e spostamenti continui. In virtù di questo legame con la città lo scultore, il 25 giugno del 1954, stipulò un atto di donazione5 con il comune per istituire una galleria d’arte permanente (fig. 7). La donazione al comune di Stresa comprendeva alle origini 24 opere, ma alcune sono andate perdute. Purtroppo lo scultore non vide mai realizzata la sala espositiva. Negli anni i problemi relativi al posizionamento delle opere ed alla loro fruizione furono molteplici e solo nel 2011 si è giunti ad una sistemazione definitiva alla raccolta. Tra le opere perdute annoveriamo il gesso dell’ Umile Eroe, presente nell’elenco dei gessi dell’Atto di Donazione (fig.8). Il gesso di Scudela, data l’apparente incompatibilità con gli altri lavori, per la maggior parte costituiti da ritratti e monumenti celebrativi, non fu collocato nella cosiddetta Sala Rossa del Palazzo dei Congressi, che dal 1962 al 2011 ospitò la collezione. Da una lettera dell’avvocato Giovanni Cappa Legora alla vedova Canonica del 27 dicembre 1960 si evince che “il muletto è ancora sul palcoscenico [del Palazzo dei Congressi, n.d.a.] e non c’è verso di decidere il Sindaco a dare gli ordini all’Ufficio Tecnico per farlo mettere nel foyer, come combinato in mia presenza e con lei stessa” […].
Il fitto carteggio portato avanti con ostinata caparbietà dalla vedova Canonica, affinché anche il Muletto trovasse una giusta collocazione, portò alla fusione del calco in gesso e alla collocazione della scultura in bronzo sul piazzale antistante il Palazzo dei Congressi. Lei stessa si interessò personalmente sia della collocazione sia della fusione presso il fonditore Barberis di Torino, che venne pagato dal comune di Stresa 800.000 lire più altre 200/300 mila per il trasporto.8 Così nel 1961 il bronzo raffigurante l’Umile Eroe fu collocato all’esterno del Palazzo dei Congressi, (figg 9-10), nella posizione indicata sul retro della fotografia d’archivio, e lì rimase fino al 14 settembre 1997, quando l’amministrazione comunale lo pose sul lungolago come Monumento ai Caduti di tutte le Guerre, affiancandolo alla scultura dell’Alpino realizzata nello stesso anno dall’artista Raffaele Polli.10 Della scultura in gesso, invece, si perdono le tracce. Arrivato dal fonditore Barberis per dar vita alla scultura bronzea, a quanto pare non tornò poi a Stresa. In una lettera del Senatore Giuseppe Maria Sibille alla Signora Canonica del 25 ottobre 1978, quest’ultimo accettava la donazione del gesso del muletto, da accoppiare alla statua dell’alpino conservato presso il III Reggimento Alpini Oulx, per l’allestimento del Museo degli Alpini da collocare presso il Forte di Exilles, all’epoca in restauro: “Ecco che ella con suprema cortesia mi ha preso in contropiede per la notizia che le dovevo dare e mi ha surclassato offrendomi il MULETTO, che accetto ben volentieri. Spero di trovare il modo di farlo restaurare degnamente in modo che possa dignitosamente entrare a fianco dell’Alpino così uno scenderà da Oulx e l’altro salirà da Torino per raggiungere quel Museo degli Alpini che spero di poter avviare […]. Abbia la compiacenza quindi di inviarmi una delega sicché io possa prendere contatto col fonditore per predisporre il ritiro.” Pertanto il gesso all’epoca risultava ancora a Torino nella fonderia Barberis, probabilmente danneggiato, e non si sa se trovò mai la strada per Exilles.
L’Umile Eroe. Il “caro muletto” di Pietro Canonica. PROGETTO “Grande Guerra” / Programma “500 GIOVANI PER LA CULTURA”
fig. 2 - l’Umile Eroe – 1923 Biella
L’Umile Eroe. Il “caro muletto” di Pietro Canonica. PROGETTO “Grande Guerra” / Programma “500 GIOVANI PER LA CULTURA”
fig. 3 - l’Umile Eroe – 1937/1957 Roma
L’Umile Eroe. Il “caro muletto” di Pietro Canonica. PROGETTO “Grande Guerra” / Programma “500 GIOVANI PER LA CULTURA”
fig. 4 - l’Umile Eroe – 1937/1957 Roma
L’Umile Eroe. Il “caro muletto” di Pietro Canonica. PROGETTO “Grande Guerra” / Programma “500 GIOVANI PER LA CULTURA”
fig. 5 - l’Umile Eroe – 1937/1957 Roma
L’Umile Eroe. Il “caro muletto” di Pietro Canonica. PROGETTO “Grande Guerra” / Programma “500 GIOVANI PER LA CULTURA”
fig. 6 - l’Umile Eroe – 1954, Roma – Collezione privata
L’Umile Eroe. Il “caro muletto” di Pietro Canonica. PROGETTO “Grande Guerra” / Programma “500 GIOVANI PER LA CULTURA”
fig. 7 - Atto di Donazione - copertina
L’Umile Eroe. Il “caro muletto” di Pietro Canonica. PROGETTO “Grande Guerra” / Programma “500 GIOVANI PER LA CULTURA”
fig. 8 - Atto di Donazione - particolare
fig. 10 - retro fotografia- localizzazione della scultura dell’ “Umile Eroe”.
fig. 9 - fronte fotografia- l’Umile Eroe – 1961 Stresa, esterno del Palazzo dei Congressi.
L’Umile Eroe. Il “caro muletto” di Pietro Canonica. PROGETTO “Grande Guerra” / Programma “500 GIOVANI PER LA CULTURA”
fig. 11 - l’Umile Eroe – 1961/1997 Stresa, lungolago.
Il Museo Canonica - Le sculture, «Itinerari Didattici d’arte e cultura», p. pag. 13