Palazzo Fizzarotti

a cura di Sara Rutigliano, pubblicato il 8/08/2021

Ramona Minnucci, Palazzo Fizzarotti (palazzo, privato) - Bari, 2019, fotografia digitale, 334524_F1 Catalogo generale dei Beni Culturali
Ramona Minnucci, Palazzo Fizzarotti (palazzo, privato) - Bari, 2019, fotografia digitale, 334524_F1

dal Catalogo

Il palazzo prende il nome dal banchiere Emanuele Fizzarotti, che lo acquistò nel 1905 e che ha affidato il progetto all’Ing. Ettore Bernich e dell’arch. Augusto Corradini. Vengono per suo volere così edificati il secondo e il terzo piano e rimaneggiato stilisticamente l’edificio, così come pervenuto fino ad oggi, esempio di vero eclettismo architettonico. Nel predominante stile gotico veneziano si innestano dettagli arabi e del romanico pugliese.

La facciata del Palazzo su Corso Vittorio Emanuele è racchiusa alle due estremità da due torri, sormontate da piccole cupole decorate con mosaici a foglia d’oro e sormontate da pinnacoli.

Addossate alla superficie, ornano la facciata cinque grandi arcate ogivali che arrivano fino al secondo piano. In ogni arcata per ciascun piano si aprono cinque bifore in pietra merlettata a cui corrispondono per il primo e secondo piano cinque balconcini aggettanti. Sui davanzali svettano, fiere e impettite, statue leonine.

In alto sulla facciata, all’incrocio delle arcate ogivali, vi sono i quattro medaglioni eseguiti a mosaico policromo e decorati con fondo a foglia d’oro raffiguranti: la Fenice come omaggio a Venezia, il Barione simbolo della città di Bari, la Lupa simbolo di Lecce città d’origine del banchiere e infine lo stemma di famiglia raffigurante tre frecce rotte e la scritta “quamquam fractae vulnerant” a significare che malgrado siano rotte feriscono ancora.

La facciata si chiude al terzo piano con un un loggiato percorso da trifore e quadrifore, che disegnano un ricamo di archi a sesto acuto e che sostengono un pregevole cornicione in marmo bianco.

Si accede all'interno riccamente decorato tramite una scala monumentale che si affaccia sul cortile interno dove si può ammirare la fontana del Nettuno.

Le quattro sale interne di rappresentanza sono il Salone Roccocò o sala Rosa, decorata con scene campestri tipiche della cultura figurativa del '700 veneto, il Salone Trecentesco, decorato in stile gotico veneziano dal pavimento al soffitto, il Salone delle Arti e del Lavoro, decorato con soffitto in smalto e stucchi e pareti rivestite da boiseries in noce massello intarsiate e infine il Salone del Caminetto.

Alla morte di Emanuele Fizzarotti nel 1926, il palazzo diviene sede della Banca del Fucino. Oggi è di proprietà di una società privata (Immobilare Pigliese s.r.l.) e ospita l’Archivio Poli.

Bibliografia

De Bartolo, Simone, Bari '900 tra eclettismo e liberty, Bari, 2019 , p. 183 p. : ill. ; 24 cm
[Autore dell'introduzione, etc.] Mascellaro, Nicola

Bibliografia in rete

Palazzo Fizzarotti, 3/08/2021 (LINK)