I fuochi di Sant'Antonio Abate
In occasione della festa di Sant’Antonio Abate si usa allestire due grandi falò nelle piazze principali di Ateleta; l’allestimento dei fuochi, in passato riservato a gruppi spontanei di quartiere, oggi è curato dal Comune e dalla Proloco. I due falò vengono allestiti in Piazza Carolina e in Piazza XX Settembre. Nel pomeriggio la comunità si raduna in Piazza XX settembre, punto di partenza della sfilata delle maschere a cavallo; qui il parroco provvede alla benedizione del primo fuoco. Subito dopo il corteo, preceduto dal sacerdote e accompagnato da una banda di ottoni e da altre maschere (non si tratta, in questo caso, di costumi ottocenteschi, ma di maschere della tradizione del Carnevale), segue il percorso che conduce in Piazza Carolina, dove il parroco procede alla benedizione dell’altro fuoco.
Per allestire i fuochi si realizza una grande catasta di legno, che avrà alla fine l’aspetto di una struttura troncoconica (del tipo delle cataste utilizzate per la produzione del carbone, o carbonaie), che può raggiungere anche l’altezza di 10 metri; si procede disponendo in cerchio, a partire dal centro, alcuni strati di rami in senso longitudinale e due o tre strati in verticale, intorno a un’apertura centrale che funge da camino per avviare la combustione. Si utilizza per lo più legna di quercia e di faggio. Nella parte centrale della struttura sono stati predisposti trucioli, frasche, legna secca di piccolo taglio, che hanno la funzione di avviare la combustione.
In passato la raccolta della legna veniva realizzato da gruppi di giovanissimi, tutti maschi, organizzati in squadre per gruppi di vicinato; la documentazione raccolta rileva come in tutte le case venissero lasciati da parte dei tronchi più grandi e nodosi, poi raccolti dai ragazzi. Tra i due quartieri si metteva in atto una competizione per la realizzazione del fuoco più grande. Oggi la raccolta della legna è curata dal Comune, che mette a disposizione una parte del bosco ceduo demaniale e cura il trasporto e l’allestimento della catasta, immediatamente a ridosso della festa.
BibliografiaA. Di Nola, Gli aspetti magico-religiosi di una cultura subalterna italiana, Torino, 1976 , pp. 256-257